
Febbre, tosse e raffreddore nei bambini che vanno all’asilo? Ecco la chiara definizione di asilite, la patologia che spaventa i genitori.
Le infezioni da rotavirus si manifestano come forti gastroenteriti, che possono causare grave disidratazione nei neonati. Ne abbiamo parlato con la pediatra Pilar Nannini
Per capire meglio come si manifesta la malattia da rotavirus, come curarla e come prevenirla, abbiamo chiesto aiuto alla nostra pediatra Pilar Nannini.
Come prima cosa, la dottoressa Nannini ci spiega che il rotavirus, come il nome stesso suggerisce, è un virus:
Il rotavirus è uno dei virus maggiormente implicati nella comparsa di gastroenteriti di origine virale, che possono portare rapidamente a forte disidratazione a causa dell’abbondante perdita di liquidi. Le gastroenteriti da rotavirus possono manifestarsi non soltanto nei bambini, ma anche negli adulti, anche se in quest’ultimo caso, per quanto violente, sono comunque meno debilitanti rispetto a quelle che colpiscono i bambini.
Come si manifesta nei neonati l’infezione da rotavirus?
I principali sintomi sono: diarrea profusa, inappetenza, febbre, vomito.
Già dai primi sintomi è possibile capire che si tratta di rotavirus?
È difficile. Però, in generale, se il bimbo ha meno di 5 anni, ha vomito e diarrea profusa da circa 7 giorni ed è molto debilitato le probabilità che si tratti di un’infezione da rotavirus sono alte.
Come si contrae il rotavirus?
Le vie di trasmissione sono oro-fecali, ovvero il contagio da persona a persona può avvenire attraverso secrezioni mucose, goccioline di saliva, o attraverso le feci. È facile quindi che il virus si diffonda attraverso il contatto e bisogna fare attenzione se si utilizzano servizi igienici in comune, come spesso succede negli asili nidi e nelle scuole.
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Quanto tempo passa tra il primo contatto con il virus e la comparsa dei sintomi?
L’incubazione del rotavirus è molto rapida, dura 48-72 ore in genere.
La gastroenterite da rotavirus causa abbondante perdita di liquidi e di sali minerali, con conseguente senso di spossatezza. Abbiamo chiesto alla dottoressa in che modo è possibile curarla:
L’unica cura ad oggi conosciuta, e validata dalle linee guida internazionali ESPGHAN – la società di riferimento in Europa per la gastroenterologia pediatrica – è la reidratazione. Può essere fatta per via orale o, nei casi più gravi, per via endovenosa. In tal modo è possibile compensare i liquidi persi. In aggiunta, possono essere prescritti dal pediatra, nelle giuste dosi, dei farmaci reidratanti orali, che contengono anche sali minerali.
È necessario portare il bimbo in ospedale per le cure?
Il ricovero è più frequente nei bimbi che hanno meno di 5 anni, in quelli più grandi non è detto serva perché si possono curare anche a casa seguendo le indicazioni del medico.
Per quanto apparentemente banale la cura, la dottoressa ci ha spiegato che in alcune regioni del mondo, dove è difficile avere accesso all’acqua potabile, il rotavirus ha una mortalità piuttosto alta. Tant’è che le stime più recenti contano tra i 500 e i 600 morti al giorno.
La malattia da rotavirus è però prevenibile grazie alla vaccinazione:
Il vaccino per il rotavirus non è obbligatorio ma è raccomandato, soprattutto nei neonati, che sono a forte rischio di disidratazione. Viene somministrato in forma orale, in due o tre dosi. Solitamente, però, si usa un vaccino in due dosi: la prima deve essere somministrata entro le 6 settimane di vita, e la seconda a distanza di almeno 4 settimane dalla prima dose. Il ciclo della vaccinazione deve essere effettuato entro la 16esima settimana di vita e completato entro la 24esima. La vaccinazione è raccomandata anche nei neonati prematuri.
Ci sono effetti collaterali legati alla somministrazione del vaccino anti-rotavirus?
Si è riscontrato un lieve aumento dell’incidenza di invaginazione intestinale, che è però un rischio del rotavirus stesso, e che è molto ridotto se il bambino viene vaccinato all’interno della finestra temporale indicata.
Quali sono le altre forme di prevenzione per le infezioni da rotavirus?
Lavarsi bene le mani, disinfettarle, evitare i contatti con le persone infette e, preferibilmente, usare servizi igienici diversi.
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