
Le ustioni sono considerate patologie molto gravi con importanti ripercussioni a livello psicologico. Questa malattia è molto frequente soprattutt...
L'elevato numero di casi ha spinto a mettere in atto un protocollo con le misure da adottare da parte di medici e forze dell'ordine: se necessario, viene tolta la potestà genitoriale e si inizia un percorso di recupero.
A Palermo domenica 27 novembre 2022 un bambino di soli 13 mesi è stato ricoverato per overdose all’ospedale Di Cristina. È scattato così il protocollo previsto in questi casi e disposto dalla Procura per i minorenni diretta da Claudia Caramanna volto a capire cosa possa avere originato il problema. A entrambi i genitori, che continuano a negare ogni responsabilità, è però stata tolta la responsabilità genitoriale, mentre le forze dell’ordine hanno provveduto a effettuare una perquisizione all’interno della loro abitazione.
Le condizioni del bimbo, che è stato affidato al direttore sanitario dell’ospedale, appaiono in miglioramento; i soccorsi tempestivi si sono rivelati fondamentali. Dagli esami a cui è stato sottoposto è risultato positivo ai cannabinoidi.
Non si tratta però di un episodio isolato nel capoluogo siciliano, dove dall’inizio dell’anno sono ben 18 i bambini che sono stati ricoverati per overdose dopo avere assunto sostanze stupefacenti trovate all’interno della propria abitazione. Quasi sempre mamma e papà dei piccoli hanno negato di avere preso droghe, ma i referti medici hanno dimostrato il contrario; nella maggior parte dei casi si è trattati di cocaina o hashish trovate sul tavolo o per terra.
Le ustioni sono considerate patologie molto gravi con importanti ripercussioni a livello psicologico. Questa malattia è molto frequente soprattutt...
Sono stati proprio i numerosi casi a spingere Caramanna a pensare a un protocollo comprendente le misure da adottare da parte di forze dell’ordine e ospedali quando i bimbi, a volte troppo piccoli per rendersi conto di quanto fatto, si rendono protagonisti di comportamenti simili. I dottori cercano così di aiutarli a riprendersi, mentre polizia e carabinieri si recano nell’ambiente in cui vivono per cercare di sapere qualcosa di più della loro quotidianità e ricostruire la dinamica dei fatti.
Se lo si ritiene necessario, si arriva a togliere la potestà genitoriale (come accaduto ora) e a valutare se possa essere utile trasferire bambini e genitori in una comunità di recupero.
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