È in crescita vertiginosa negli Stati Uniti il numero di bambini che arrivano a ingerire in maniera accidentale caramelle e cibo a base di cannabis. Secondo quanto emerso da uno studio pubblicato su Pediatrics, si registra un aumento del fenomeno addirittura del 1375% negli ultimi cinque anni.

Sono diversi gli articoli contenenti cannabis che sono attualmente presenti sul mercato, tra cui spiccano caramelle gommose, cioccolatini e prodotti da forno, che non possono quindi che essere all’apparenza appetibili per i bambini. Molti di loro decidono così di provarli senza sapere quale sia la sostanza presente e che questa è tutt’altro che adatta per loro.

Il problema appare diffuso soprattutto negli Stati in cui la cannabis è legale, proprio per questo gli scienziati hanno sottolineato come sia importante sensibilizzare i genitori su quanto sta accendo per spingerli a prestare maggiore attenzione ai comportamenti dei loro figli.

Lo studio ha messo in evidenza in quali situazioni si sia verificato il fenomeno e quanto sia diffuso. Dal 2017 al 2021 sono stati 7.043 i casi segnalati. Nel 2017 il comportamento ha riguardato 207 bimbi, ma nel solo 2021 ci sono stati 3.054 casi, a conferma di una crescita decisamente vertiginosa, che non può essere sottovalutata. Nella maggior parte dei casi l’ingestione accidentale ha riguardato bambini tra i due e i tre anni, che hanno rinvenuto i prodotti direttamente nella loro abitazione.

Il 70% dei piccoli che hanno consumato questi cibi ha subito una depressione del sistema nervoso centrale, oltre ad agitazione, stati confusionali e convulsioni. Di questi, il 22.7% è stato ricoverato in ospedale, mentre l’81% in terapia intensiva. Non sono invece stati segnalati decessi.

Come emerso dalla ricerca, i prodotti commestibili a base di cannabis contengono una dose di tetraidrocannabinolo (THC) che va da 2,5 a 10 milligrammi (mg). In vendita si trovano spesso prodotti con più dosi, è proprio per questo che l’attenzione deve essere massima, visto che gli adulti sono in grado di capire che un pezzo equivale a una dose, ma i bambini no.

È possibile fare qualcosa per prevenire il fenomeno? Gli esperti ritengono possa essere utile cercare di conservare in modo sicuro e lontano dai piccoli i prodotti, oltre a evitare di consumarli davanti a loro, che possono così ritenerli qualcosa di gustoso. Allo stesso tempo, però, sarebbe importante che gli Stati possano pensare a norme che rendano obbligatori imballaggi a prova di bambino ed etichette in cui appare chiaro quale sia il contenuto.

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  • Bambino (1-6 anni)