Non c’è pace nel caos della legge sull’obbligo vaccinale. La Camera ha votato la fiducia al decreto Milleproroghe, da cui sono stati cancellati tutti gli emendamenti presentati sulla questione nelle ultime settimane e che è quindi passato al Senato.

È confermata quindi la possibilità di iscrivere a scuola anche bambini non vaccinati, a patto di presentare un’autocertificazione che attesti le vaccinazioni effettuate sinora e con l’obbligo di mettersi in regola con le vaccinazioni mancanti entro il prossimo 10 marzo.

Di fatto chi fino ad oggi era stato escluso dalla scuola perché sprovvisto del certificato vaccinale potrà essere nuovamente ammesso, almeno fino alla data fissata come termine ultimo della presentazione del certificato vaccinale.

I precedenti

A pochi giorni dall’inizio delle scuole, la situazione sui vaccini era ancora poco chiara: il governo aveva infatti depositato un emendamento per cancellare dal decreto Milleproroghe la proposta di rinviare la parte del decreto Lorenzin relativa all’obbligatorietà dei 10 vaccini per tutti i bambini e ragazzi da 0 a 16 anni, pena l’esclusione da scuola per i bambini non in regola con il piano vaccinale.

In mancanza però di una normativa limpida sulla questione, la decisione finale sarebbe rimasta in mano ai singoli dirigenti scolastici secondo un criterio del tutto discrezionale.

La situazione attuale

Dopo aver ricevuto la fiducia del Governo prima (senza l’emendamento della discordia che prevedeva di fatto il mantenimento dell’obbligo vaccinale) e aver incassato il via libera dalla Camera poi (non senza polemiche), il decreto è passato quindi nuovamente al Senato per l’ok definitivo.

Cosa ne deriva concretamente? I genitori potranno presentare un’autocertificazione per far entrare i bambini a scuola e quindi mettersi in regola con le vaccinazioni entro il 10 marzo 2019: il che, di fatto, consentirà l’accesso al nido e alla materna a tutti i bambini da 0 a 6 anni anche privi di vaccinazione.

Attualmente molte scuole regionali sono nel caos per la diversa interpretazione che i vari istituti stanno dando al nuovo emendamento con il risultato che molti bambini sono rimasti a casa in attesa di una normativa più chiara.

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