Recentemente, l’American Journal of Obstetrics and Gynecology ha pubblicato una review in cui ricercatori hanno descritto l’impatto, i potenziali meccanismi di infezione e la gestione clinica dei casi di vaiolo delle scimmie contratto dalle donne in stato di gravidanza. Questo testo si è occupato di revisionare precedenti studi scientifici in cui venivano evidenziati i rischi dell’infezione per le donne incinte.

Prima di evidenziare tali rischi, è bene ricordare che le donne in gravidanza affette da monkeypox possono trasmettere l’infezione al feto. Questo è dovuto a diversi fattori, tra cui la vulnerabilità immunitaria fisiologica delle donne incinte, il naturale esaurimento dell’immunità di popolazione al vaiolo smallpox tra le donne in età riproduttiva – dovuta all’eradicazione del virus nella seconda metà del 900 – e il fatto che il virus del vaiolo delle scimmie possieda meccanismi genetici che permettono alle particelle virali di superare più facilmente la placenta, infettando così il feto. La trasmissione da madre a bambino, inoltre, può avvenire anche nel momento del parto e, in seguito alla nascita, durante l’allattamento.

Il rischio della trasmissione dell’infezione al feto, come evidenziato da diversi studi scientifici, è legato alla possibilità di andare incontro ad aborto spontaneo, morte intrauterina, parto pretermine e infezione congenita.

Per tale motivo l’American Journal of Obstetrics and Gynecology ha raccomandato la massima priorità e attenzione nella gestione del percorso di cure delle donne in gravidanza affette da monkeypox.

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