Mentre gli ospedali intensificano i loro sforzi per curare la depressione prenatale e post parto nelle neomamme, i ricercatori affermano che esistono prove sempre più crescenti che anche i papà soffrono di disturbi depressivi in modo particolare quando il parto avviene prematuramente.

A darne prova certa la scienza con un nuovo studio pubblicato sulla rivista Pediatrics e condotto da un team di dottori dell’Ann & Robert H. Lurie Children’s Hospital di Chicago, i quali hanno esaminato la salute mentale dei neopapà di bambini nati prematuramente.

Anche i papà dei bimbi prematuri soffrono di depressione, lo studio

La ricerca mette in evidenza che non sono solo le mamme a rischio di sviluppare depressione post parto ma anche i papà spesso ne soffrono con la differenza, rispetto alle madri, di avere maggiore remore a chiedere aiuto.

Lo studio ha analizzato 431 genitori di neonati prematuri e attraverso uno screening per la depressione, gli studiosi hanno valutato l’evolversi delle fasi depressive in entrambi i genitori durante 3 fasi:

  1. la degenza in ospedale del bimbo;
  2. la dimissione;
  3. la routine a casa a distanza di 14 e 30 giorni dopo aver lasciato il reparto di terapia intensiva neonatale.

In modo particolare lo studio si è focalizzato sui genitori di bimbi nati da parto prematuro. Per questi genitori, i sintomi depressivi registrati dalla ricerca si presentavano con percentuali differenti tra mamme o papà:

  • 33% di madri soffriva di depressione;
  • 17% di padri soffriva di depressione.

Da queste percentuali, si è scoperto che mentre per le madri, una volta ritornate a casa con il proprio bebè diminuivano i loro stati depressivi di ben 10 volte, per i papà la percentuale registrata rimaneva costante se non leggermente aumentata.

In altre parole, la salute mentale delle neomamme migliorava una volta a casa con il loro bambino, cosa che non accadeva ai neopapà che anche a distanza di un mese dal rientro a casa con il bebè continuavano ad avere stati di ansia identici a quando il neonato era ricoverato in terapia intensiva neonatale.

L’importanza di aiutare i papà che soffrono di depressione post parto

L’autore principale dello studio, il Dott. Craig F. Garfield, fondatore e direttore del programma Family & Child Health Innovations presso l’Ann & Robert H. Lurie Children’s Hospital di Chicago, ha affermato, come si legge sulla rivista Motherly:

La differenza imprevista che abbiamo riscontrato nella traiettoria dei sintomi della depressione tra madri e padri dopo aver portato a casa il loro prematuro sottolinea l’importanza di raggiungere i padri, che potrebbero anche non essere consapevoli di aver bisogno di aiuto o sapere a chi rivolgersi quando sono in difficoltà persistente.

Abbiamo bisogno di programmi in terapia intensiva neonatale che esaminino universalmente entrambi i genitori per la depressione, educhino in modo proattivo la famiglia sui potenziali sintomi e offrano supporto per la salute mentale durante questo periodo stressante in terapia intensiva neonatale, prima delle dimissioni e dopo il ritorno a casa.

I nostri risultati indicano la necessità di una maggiore attenzione alla salute mentale dei neopapà, durante la degenza del loro bambino ma anche una volta ritornati a casa.

Questa cura verso il benessere di entrambi i genitori è fondamentale per ritrovare il giusto equilibrio e l’armonia familiare nonché per poggiare delle basi salde sulla costruzione di un rapporto sano e duraturo tra genitori e figli.

Come riconoscere i primi segnali di depressione post parto

Una mini guida su come riconoscere in tempo i segnali di un principio di depressione post parto è importante perché aiuta i genitori a capire come intervenire prontamente prima che sia troppo tardi. Tra i più evidenti:

  • stati di tristezza sorti senza un motivo facile da individuare e protratti per periodi di tempo lunghi;
  • svogliatezza su cosa che prima si amavano fare con facilità;
  • difficoltà ad addormentarsi la sera o ad alzarsi dal letto la mattina;
  • senso di colpa ingiustificato;
  • mancanza di motivazione;
  • scatti di rabbia o ira;
  • preoccuparsi per cose a cui prima non si dava importanza;
  • azioni ripetitive e pensieri ricorrenti e angoscianti;
  • ansia e paura di essere lasciato solo con il proprio bambino;
  • pensare agli aspetti più negativi legati alla propria infanzia rivivendoli costantemente con ansia;
  • difficoltà e/o rifiuto a parlare della nascita del bebè;
  • incapacità di prendere decisioni anche quotidiane;
  • periodi di grande energia e sentirsi invincibili rispetto alla media delle persone;
  • allucinazioni e pensieri violenti o inquietanti;
  • non sentirsi legati al proprio bambino.

Se si riscontrano alcuni o tutti questi sintomi è fondamentale recarsi o accompagnare il proprio partner da un professionista il quale saprà indicare la terapia giusta da intraprendere. Non sottovalutare nessun sintomo se questo perdura per un periodo di tempo prolungato.

Per la serenità familiare e personale è di estrema importanza farsi aiutare e non aspettare ulteriormente. A beneficiare di un clima familiare positivo, protetto e tranquillo è prima di tutto il bambino che necessita di tutto l’amore materno e paterno per crescere nel miglior modo possibile.

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