"F**k Around and Find Out", come la genitorialità FAFO cambia le regole del gioco

Tra i metodi genitoriali in voga tra i nuovi genitori c'è quello che prende il nome di FAFO Parenting. Scopriamo cos'è e cosa prevede.

Essere genitori e avere una responsabilità educativa nei confronti dei bambini (e in generale dei figli, specialmente se minori) vuol dire tante cose. Non a caso esistono diverse modalità di esercitare il compito di promuovere “lo sviluppo delle facoltà intellettuali, estetiche, e delle qualità morali di una persona” (questa la definizione dell’enciclopedia Treccani del verbo educare). Per farlo esistono diversi approcci (alcuni perseguiti, altri meno e che riflettono il vissuto individuale di ciascun genitore). Una delle tendenze più recenti è quella che viene definita con l’acronimo FAFO. Vediamo meglio cos’è la cosiddetta genitorialità FAFO (FAFO Parenting) e come si esercita.

FAFO Parenting: che cos’è e perché piace ai genitori 2025

Una possibile traduzione edulcorata dell’acronimo FAFO, ma comunque utile a comprenderne il significato, è “fai cavolate e scoprine le conseguenze”. Si tratta di un termine gergale, spiega il Financial Express, che nasce dall’inglese vernacolare afroamericano e che viene usato per significare che le azioni hanno delle conseguenze.

Ampiamente utilizzato anche nel linguaggio politico statunitense, nel corso degli ultimi anni è stato applicato anche all’approccio genitoriale riflettendo la scelta di alcuni genitori di lasciare i propri figli liberi di sbagliare e di imparare dai propri errori.

Un tratto caratteristico genitori millennial è quello di interrogarsi frequentemente sul loro modo di essere padri e madri e di esercitare il loro ruolo educativo. Complici la disponibilità degli spazi digitali nei quali confrontarsi e l’aumento delle ricerche e degli studi sugli effetti dei comportamenti dei genitori, la genitorialità FAFO è qualcosa di cui si parla spesso sui social.

Per molti il FAFO Parenting è una risposta a quegli stili genitoriali, come la genitorialità dolce o la genitorialità elicottero nei quali, per scelta o per incapacità, ci si concentra sulla connessione e sull’empatia con i figli correndo il rischio di rendere i figli meno responsabili. La genitorialità FAFO, riassume l’Huffington Post, ha come obiettivo quello di permettere ai bambini di assumersi maggiori responsabilità insegnando loro l’autosufficienza.

I sostenitori di questo approccio genitoriale, spiega CBC News, credono che in questo modo si possa aiutare i ragazzi a maturare meglio ricordando quanto avvenuto con la Gen X, ovvero quella dei nati tra il 1965 e il 1980. Anche per diverse condizioni sociali, economiche e culturali, i genitori di quell’epoca erano meno presenti rispetto ai genitori di oggi permettendo (eventualmente senza merito) ai propri figli di sviluppare una maggiore resilienza.

Apprendere dagli errori: la pedagogia dell’esperienza reale

Ma cosa vuol dire, praticamente, voler lasciare i propri figli liberi di sbagliare e di imparare dai propri errori? È un approccio educativo per il quale l’esperienza è la migliore modalità di apprendimento. Per cui, facendo degli esempi concreti, se un bambino si rifiuta di indossare il cappotto o il cappello quando fa freddo, invece di insistere, forzarlo, ricattarlo o adottare altri metodi “coercitivi”, gli si spiega quello che può succedere (che avrà freddo) e lo si lascia libero di uscire senza giacca o cappello. Sarà l’esperienza del freddo a insegnargli la volta successiva di vestirsi in modo adeguato.

Gli esempi potrebbero continuare con il lasciare che il bambino non mangi (lasciandogli sperimentare la fame) e non studi (facendogli correre il rischio di prendere un brutto voto o essere bocciato).

Alla base di questo approccio c’è l’idea per cui la possibilità di sbagliare aiuti i bambini a non aver paura dell’errore, ma ad accettarlo come una parte del successo. Inoltre, come evidenziato in questo studio, permettere che i bambini vedano e sperimentino le conseguenze delle loro azioni, senza adottare tecniche di disciplina violente, ma utilizzando il rinforzo positivo, riduca i comportamenti problematici. La genitorialità FAFO ha come obiettivo anche quello di rafforzare l’autostima e la fiducia in sé stessi dei bambini, permettendo loro di acquisire gli elementi con i quali poter diventare adulti responsabili che fanno scelte consapevoli.

Libertà (con confini): dove finisce il rischio e inizia la crescita

La genitorialità FAFO è, quindi, un “liberi tutti” per cui i bambini possono fare sempre e comunque quello che vogliono? Anche fare scelte potenzialmente pericolose? No. Il FAFO Parenting non negligenza genitoriale ed è un metodo che non può essere applicato in qualsiasi situazione. Non è una scelta sana lasciare che il bambino si scotti toccando una pentola bollente perché l’esperienza del dolore gli insegni a non ripetere quel gesto.

Un aspetto chiave di questo approccio è che funziona meglio quando il bambino può, senza subire conseguenze irreversibili o traumatiche, comprendere il rapporto tra causa ed effetto. C’è sempre l’elemento di gradualità da tenere in considerazione, con il bambino che crescendo acquisisce consapevolezze e capacità di comprensione e riflessione con le quali approcciarsi alle varie situazioni.

Educare senza controllare: mito o rivoluzione?

La domanda di fondo resta solo una: la genitorialità FAFO funziona? È un approccio che, per quanto forse faticoso, impegnativo e rischioso, porta risultati? Perché il problema per molti genitori è proprio questo. Non si tratta di non volere il bene dei propri figli e farli crescere viziati, immaturi e impreparati alle difficoltà della vita (come una parte della narrazione moderna definisce il comportamento dei genitori millennial), ma di capire come fare per educarli in maniera sana.

Anche perché, senza giudizi sulle scelte individuali di ciascun genitore, lo stesso approccio “assenteista” o “rigoroso” delle precedenti generazioni, non necessariamente ha prodotto risultati edificanti. Anche perché i genitori di allora rimproverano ai loro figli di non essere adulti, forti e indipendenti, negando però la responsabilità con l’educazione che questi figli hanno ricevuto.

Tornando alla genitorialità FAFO possiamo dire che si tratta di un approccio come tanti. Può funzionare come può non funzionare. L’aspetto positivo è l’attenzione a contrastare la tendenza di altri approcci educativi iper-protezionisti che privano i bambini delle opportunità di sviluppare le proprie competenze e le capacità di affrontare le difficoltà della vita. Di contro c’è il rischio che il bambino percepisca indifferenza e abbandono da parte dei propri genitori, o una forma di pressione (della serie “impara a cavartela da solo”) che in molti casi (più di quanto la narrazione contemporanea voglia ammettere) è più deleteria e controproducente che altro.

Come ogni approccio educativo non c’è un’equazione certa, perché a essere coinvolti prima ancora che un metodo, sono delle persone. Il figlio, ma anche i suoi genitori, ciascuno dei quali vive in un determinato contesto storico, sociale, familiare e culturale che non può essere ignorato. Sono tante le variabili in gioco che possono portare al successo di questo o quell’approccio educativo. Certo, non tutti i metodi sono uguali e alcuni hanno elementi da condannare, ma sta poi alla libertà e alla responsabilità (legale e morale) dei genitori decidere che madri e padri essere nei confronti dei propri figli.

Come praticare il FAFO Parenting senza perdere il senno

Volendo perseguire la genitorialità FAFO è necessario acquisire alcune regole basilari. La prima è quella di essere emotivamente sintonizzati con i propri figli. Questi devono acquisire le proprie competenze cognitive ed emotive, non soffrire per gli errori (anche banali) commessi. Per rendere efficace questo approccio è poi indispensabile stabilire aspettative chiare, ma non rigide. I bambini devono comprendere, tenendo conto della loro età, quali sono i rischi e le possibili conseguenze delle loro decisioni: solo così possono fare scelte davvero consapevoli.

Parallelamente è importante che il “fai cavolate e scoprine le conseguenze” non sia fine a sé stesso, ma un mezzo per raggiungere un altro fine. I bambini devono essere aiutati a comprendere le conseguenze delle scelte fatte, motivo per cui è importante prevedere ampio spazio al dialogo, evitando i “te l’avevo detto” in favore di domande che stimolino la riflessione. Da questo punto di vista è importante anche supportare i bambini a capire come affrontare i problemi, fornendo loro soluzioni e metodi che possano applicare nella gestione delle varie situazioni.

Inoltre perché la genitorialità FAFO funzioni è utile e preferibile che questo approccio venga intrapreso fin da piccoli e in maniera graduale. Il rischio, applicandolo in maniera improvvisa, è che il bambino ne percepisca solamente gli aspetti critici e non comprenda le intenzioni dei suoi genitori.

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