Anonimo

chiede:

Gentilissimi Dottori, innanzi tutto volevo ringraziarvi per il modo sempre cortese e chiaro con cui date le vostre risposte…
Ho 35 anni e non ho mai avuto particolari problemi a livello vaginale (solo un paio di volte la candida , ma risale ormai a qualche anno fa e un paio di episodi di cistite, di cui l’ultimo circa due anni fa, poi più nulla; pap test regolare eseguito ogni anno)
Da un paio di mesi ho un fastidioso problema con l’ureaplasma urealitycum.. Sono alla 26ma settimana della mia prima gravidanza ed il mese scorso insieme ai soliti controlli, effettuando il tampone è uscito fuori l’indesiderato ospite…non ho alcun sintomo….in seguito all’esito del
tampone (risultava sensibile a tutti i tipi di antibiotici segnalati) il mio Medico mi ha prescritto (anche per mio marito) una cura per 10 gg a base di Josalide… Ho ripetuto il tampone la scorsa settimana e purtroppo compare ancora l’infezione, ed in più ora risulta resistente all’eritromicina (ma ancora sensibile alla josamicina).
Su consiglio del mio Ginecologo, che non vorrebbe prescrivermi ancora antibiotici, sto per iniziare una cura locale a base di Lubrigyn latte – lavande vaginale, da effettuare una sera si e una no per 5 volte, inoltre mi ha consigliato di assumere fermenti lattici…e di non trattare mio marito, ma avere rapporti protetti..
Tutto ciò è corretto? Quali sono i rischi per il mio bimbo l’avere tale infezione ?
E’ vero che è così complicata da debellare? Dovrò ricorrere al cesareo?
In genere non sono un tipo particolarmente ansioso ma tale situazione inizia a preoccuparmi
Vi sarei veramente grata se poteste chiarire questi miei dubbi…
Cordiali saluti.

L’ureaplasma (che fa parte dei micoplasmi), può essere trasmesso dalla madre al feto sia in gravidanza che al momento del parto.
Anche se spesso l’infezione neonatale non crea grossi problemi, può essere potenziale fonte di gravi problematiche come meningiti e polmoniti.
Considerando inoltre che alla 25 settimana la maggior parte degli antibiotici può essere usata con tranquillità, non vedo perchè non si debba cercare di debellare l’infezione, anche dopo un iniziale fallimento. In caso di persistenza della infezione, una misura prudenziale per il bambino potrebbe essere il cesareo, oppure, in caso di nascita per vie naturale, una opportuna profilassi antibiotica.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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