Gentile dottore,
mia moglie (29 anni) da poco ha saputo di essere incinta (è adesso alla 9a
settimana della sua prima gravidanza). Su indicazione del medico ha
pertanto
iniziato a sottoporsi a tutte le analisi di prassi. I risultati hanno
tuttavia rivelato l’assenza o quasi degli anticorpi anti-rosolia (abbiamo
confrontato il dato di due laboratori). La cosa ci ha sorpresi non poco
dal
momento che mia moglie sapeva di aver avuto la rosolia da bambina (ad un
anno e mezzo di età), e il pediatra lo aveva a suo tempo certificato. Tra
l’altro in più occasioni le è capitato di stare a contatto con ammalati di
rosolia (compagni a scuola, il fratello a casa) senza contrarre la
malattia. È possibile dunque che il pediatra a suo tempo abbia sbagliato, o che pur
avendo contratto la malattia non ha prodotto i relativi anticorpi? Perché
allora non ha contratto il virus successivamente?
Abbiamo una giustificata paura, anche perché mia moglie è insegnante e sta
a
contatto con i bambini.
Dobbiamo prendere delle precauzioni, quali? C’è il rischio che possa
contrarre la malattia?
Grazie mille.
Gentile signore, la risposta anticorpale nei confronti del virus della rosolia, sia essa successiva alla malattia oppure indotta dal vaccino, può non perdurare imperituramente nel tempo. È verosimile che sua moglie abbia “perso”, quindi, gli anticorpi nel tempo. Siccome la protezione nei confronti di una infezione è legata non solo alla risposta umorale (anticorpi) ma anche quella cellulare, può persistere una relativa protezione anche in assenza di anticorpi. Forse per questo sua moglie non ha contratto in seguito la malattia, pur se in contatto con soggetti infetti.
Allo stato delle cose però sua moglie è da considerare non immune e quindi “a rischio”: sarà necessario pertanto che adotti le comuni misure preventive atte a ridurre tale rischio. In bocca al lupo.
* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento