Anonimo

chiede:

Preg.mo Dottore,
innanzitutto i miei più vivi complimenti per questa splendida area
dedicata a noi donne e uomini pieni di dubbi e perplessità (sicuramente
giustificati da ansie e paure).
Le espongo subito il mio quesito e, perchè no?, la mia ansia:
Ho 35 anni e sono alla 14^ settimana della mia seconda gravidanza; a
20 anni ho contratto il virus dell’epatite B prestando assistenza alla
poltrona c/o uno studio odontoiatrico ed al momento dell’incidente
(pungendomi con una siringa da anestesia) il mio datore di
lavoro/medico odontoiatra mi ha dato una pacca sulla spalla dicendomi
“non è nulla, metti il dito sotto l’acqua, che passa tutto!!!!!!!!!!”
Le lascio immaginare la mia rabbia dopo aver saputo che si poteva in
qualche modo intervenire a questo incidente!!!
Comunque, la mia prima gravidanza è riuscita splendidamente con
l’arrivo di un maschietto stupendo e parto spontaneo; al momento della
nascita il bambino è stato sottoposto al dosaggio di gammaglobuline e
successiva vaccinazione.
Le espongo subito il mio quesito e, perchè no?, la mia ansia:
Con questa seconda gravidanza, d’accordo con mio marito abbiamo optato
per l’amniocentesi, che dovrò affrontare a metà febbraio 2007.
In fase di colloquio informativo, i medici dell’ospedale dove vengo
seguita, mi hanno esposto l’eventualità che il feto possa contrarre
l’infezione da HBsAG durante il prelievo di liquido amniotico.
Mi è crollato il mondo addosso, non avevo assolutamente previsto
questa eventualità.
Come può accadere che il bambino possa infettarsi?
Le probabilità sono molto alte?
Cosa consigliate Voi in questi casi (umanamente e professionalmente
parlando)?
Certa di un Vostro sollecito riscontro alla presente, porgo un
cordiale saluto ed un fedelissimo ringraziamento.

La possibilità che l’ago dell’amniocentesi, attraversando i tessuti materni,
possa veicolare il virus dell’epatite B nel liquido amniotico e quindi al
feto è del tutto teorica. Occorre poi vedere il suo effettivo stato, se cioè
lei risulta solo immune o se è portatrice di un virus attivo e questo
dovrebbe chiederlo al suo epatologo, il quale può esprimersi in base a tutti
gli elementi disponibili, primi fra tutti quelli di laboratorio. Insomma le
possibilità di contagio non sono così dirette e prevedibili e vi sono tanti
fattori. Io per esempio ho una mia paziente che ha il marito portatore di
HbsAg. Ebbene ha avuto tre gravidanze tutte esitate con taglio cesareo e non
ha mai contratto il virus dal marito. In quel caso i rapporti coniugali sono
ben più di una puntura d’ago. Quindi io rivedrei l’eventuale ostacolo
all’amniocentesi. Del resto anche senza farla, il prodotto del concepimento
è esposto comunque ad un possibile contagio dalla madre e questo vale per
qualunque malattia infettiva. Cordiali saluti.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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