Anonimo

chiede:

Egregio dottore, ho scoperto di avere la toxoplasmosi alla 10a
settimana di gravidanza. Ho iniziato immediatamente la terapia con
Rovamicina e l’ho continuata per tutta la durata della gravidanza. Tredici
giorni fa è nata mia figlia. I suoi esami hanno dato quest’esito: IgG 256,
IgM negativo, IgA negativo.
La neonatologa che la sta seguendo sostiene che la bimba debba fare una
terapia con un preparato galenico di cui, al momento, non conosco il nome a
scopo profilattico. Altri medici a cui ci siamo rivolti sconsigliano di fare
alcuna terapia. Lei cosa ne pensa? Esiste un protocollo ufficiale da seguire
in casi come questi?
Grazie

Gentile Signora, le indagini sierologiche effettuate sulla sua bambina (IgM ed IgA negative, per quanto concerne le IgG, quelle sono di derivazione materna) non suggeriscono una avvenuta trasmissione transplacentare della infezione. Per escluderla sono necessarie altre indagini, di competenza neonatologica (quali l’eco cerebrale e l’esame del fundus oculare).
Esclusa la infezione “in atto”, la precocità della infezione materna (decima settimana) ed il tempestivo inizio del trattamento nella madre, rendono poco probabile che la malattie si manifesti in seguito.
Quanto all’eventuale trattamento con pirimetamina, sulfadiazina ed acido folico, potrebbe non essere necessario, se tutti gli esami, inclusi quelli strumentali, sono risultati negativi. Ma saranno comunque necessari ulteriori e ripetuti controlli nel tempo. In bocca al lupo

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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