Anonimo

chiede:

Sono una donna di trentotto anni appena compiuti, circa un anno fa ho avuto il mio secondo bambino, purtroppo alla ventitreesima settimana di gestazione, per via di una infezione da ureaplasma riscontrata nonostante i vari tamponi fatti in gravidanza, solo alla nascita del bimbo che ne era pieno, non le sto ad elencare le varie negligenze subite e le sofferenze di questo bimbo che per via dell’infezione ha avuto anche una broncopolmonite. Pertanto questo mio figlio sfortunato ancora è ossigeno dipendente, e francamente, leggendo le risposte che voi date in base a questa infezione, mi lasciano un po’ interdetta… Se davvero questa infezione non è così pericolosa, perché a me è successo tutto questo? Vorrei tanto il terzo figlio, ma nella vostra rubrica ho anche letto che questa infezione è recidiva e chi l’ha avuta potrebbe in pratica riaverla ed io sono terrorizzata all’idea, non sa quello che ho passato, riposi forzatissimi a casa e all’ospedale, miolene per bocca per endovena, immobile per giorni interi senza nemmeno andare in bagno e tutto questo non è servito a nulla, il bimbo è voluto uscire a tutti i costi. Mi spieghi la prego, come posso avere un altra gravidanza evitando che tutto ciò possa riaccadere? E poi come è stato possibile nonostante tutti tamponi non vedere questa infezione e risultare sempre negativa? Da considerare che l’altra gravidanza che ho avuto l’ho portata fino alla quarantunesima settimana senza problemi e che in terapia intensiva dove era ricoverato mio figlio mi hanno detto che al 99% la mia gravidanza ha avuto questo decorso per via dell’ureaplasma, si sono riservati dell’1% solo perché la medicina non è come la matematica, lei sicuramente capirà cosa intendo. Scusi, se non sono stata molto chiara, spero di si ma ho scritto tutto di getto. Fiduciosa in una sua risposta la ringrazio vivamente.

Gentile Signora,

anche se manifestazioni come la sua sono fortunatamente rare, in ogni caso, una cura in caso di positività al tampone viene sempre consigliata. Purtroppo più di una ricerca sembra mettere in evidenza che spesso la cura non riesce a prevenire il parto prematuro.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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