Vittorio continua il nomen romano Victor, basato sull’omonimo termine che vuol dire “vincitore”, “conquistatore”, “vittorioso”, e ha quindi significato analogo a quello dei nomi Vincenzo e Niceta. Era assai utilizzato dai primi cristiani, fra i quali simboleggiava la vittoria del bene sul male, e venne portato da tre papi e svariati santi, grazie ai quali il nome si diffuse anche in seguito.

Si è diffuso in tutte le lingue europee, principalmente nelle forme Victor e Viktor, e in italiano la forma Vittorio è quella che si è maggiormente attestata, a differenza di Vittore, che è rimasto decisamente più di nicchia. Va notato che, sebbene Vittore e Vittorio siano comunemente trattati come semplici varianti, in realtà il secondo deriva propriamente da Victorius, un nome basato su Victor.

A rendere popolare il nome nel nostro Paese hanno senza dubbio contribuito anche i tre re d’Italia che lo hanno portato, Vittorio Emanuele I di Savoia, Vittorio Emanuele II e Vittorio Emanuele III.

Negli ultimi vent’anni la popolarità del nome è rimasta più o meno invariata: nel 2020 sono stati 525 i neonati chiamati in questo modo.

L’onomastico si festeggia in vari giorni dell’anno, fra cui il 21 maggio, per celebrare san Vittorio, martire con altri compagni a Cesarea in Cappadocia.

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