Di hypnobirthing, o parto con ipnosi, in Italia se ne parlava poco: poi Kate Middleton ha reso noto di esservi ricorsa per la nascita di tutti e tre i suoi figli, attirando una curiosità crescente sulla pratica nata proprio nel Regno Unito. Anche Meghan Markle ha dichiarato di avere utilizzato l’hypnobirthing per il parto del suo primogenito, aumentando ulteriormente l’interesse per questa particolare pratica.

Ma di cosa si tratta precisamente? Ce ne parla la dottoressa Daria Russo, psicologa clinica e insegnante di hypnobirthing a Roma, dove ha aperto un centro Nest di supporto alla famiglia.

In Italia l’hypnobirthing rimane una pratica poco conosciuta, a differenza del mondo anglosassone dove gli ospedali e le cliniche sono sempre più attrezzate per le mamme che vogliono partorire con questa tecnica. Da noi fa ancora paura perché si pensa all’ipnosi e quindi al timore di perdere il controllo quando si partorisce, ma in realtà questa tecnica si fonda sul rilassamento profondo piuttosto che sull’ipnosi vera e propria. La sua fondatrice era specializzata in ipnosi e da qui il nome: nei corsi di hypnobirthing vengono forniti gli strumenti utili per la coppia per rilassarsi in vista del momento del parto. L’obiettivo non è l’ipnosi bensì un rilassamento profondo. I corsi sono tenuti da psicologi e ostetriche, figure indispensabili per questa pratica.

Come funziona l’hypnobirthing

Alla base della tecnica del parto con ipnosi, spiega Daria Russo, “c’è la consapevolezza che il corpo di una donna sa già cosa fare durante il parto, sa già partorire. Lo scopo dell’hypnobirthing è insegnargli a fare quello che sa già. Sembra strano, perché viviamo in un contesto frenetico e non siamo sempre consapevoli di quello che facciamo: l’hypnobirthing aiuta a recuperare questa consapevolezza”.

Una consapevolezza che risulta utile, sottolinea Russo, anche nella pratica, non tanto per combattere il dolore quanto per sconfiggere la paura stessa del dolore:

L’hypnobirthing serve a superare la paura del dolore del parto. Durante i corsi vengono coinvolti attivamente anche i partner: alla coppia vengono dati dei compiti, come ascoltare ogni sera della musica che aiuta il rilassamento. È durante il sonno infatti, con il rilassamento profondo, che l’inconscio agisce, non avendo più le resistenze della veglia. Quando la donna è rilassata l’organismo rilascia endorfine che vengono prodotte naturalmente dal corpo: queste provocano una distensione dei muscoli, il corpo impara a rilasciare le endorfine ed è una lezione che si ricorderà durante il parto, aiutando la donna a gestire il dolore. È proprio questo l’obiettivo finale: portare la coppia a non avere paura del dolore.

Le tecniche di rilassamento profondo dell’hypnbirthing aiutano così ad avere una maggiore consapevolezza mentale, fisica ed emotiva:

Si deve pensare che si arriverà all’obiettivo e che andrà bene, che sia con parto naturale o con cesareo, con o senza epidurale. Comunque andrà. L’esperienza del parto non è per forza positiva, ci sono molte variabili: l’hypnobirting aiuta ad arrivare con una maggiore consapevolezza a quel momento. È utile anche non farsi influenzare da esperienze negative che aumentano la paura di quello che sarà: spesso sottolineiamo che fare domande sulle esperienze negative può essere controproducente per l’efficacia dell’hypnobirthing, che è invece teso ad avere la maggiore serenità possibile.

I benefici dell’hypnobirthing

hypnobirthing cos'è

Di solito, continua Russo, i corsi si frequentano alla fine della gravidanza, dal settimo o dall’ottavo mese. Se la gravidanza è a rischio o ci sono situazioni particolari ovviamente viene valutato individualmente il percorso migliore. Ecco, secondo l’esperta, i principali benefici dell’hypnobirthing:

  1. maggiore consapevolezza
  2. legame profondo per la coppia
  3. maggiore contatto con il feto
  4. autorilassamento
  5. migliore gestione del dolore
  6. atteggiamento più propositivo verso il momento del parto

A questo – continua Daria Russo – si aggiunge una maggiore flessibilità: un approccio negativo ad esempio nei confronti del parto cesareo può diventare un’affermazione positiva: ‘Se dovrò fare il cesareo sarà per una buona ragione’, e via dicendo. L’obiettivo è sempre quello di avere un atteggiamento positivo verso quello che arriva, e che può essere diverso da quello che ci aspettiamo o abbiamo programmato“.

Daria Russo riporta quindi le testimonianze di donne che hanno partorito con l’hypnobirthing.

Come Tisha, che racconta: “Sono entrata in sala parto con la paura di non riuscire a sopportare il dolore, vedere però il mio compagno tranquillo e di supporto mi ha rassicurata. Piano piano ho ripensato al nostro lavoro, e senza neanche rendermene conto mi sono ritrovata ad aver partorito, concentrata e presente”.

Avrei voluto partorire in acqua, era il mio sogno, ma come abbiamo imparato durante le classi – racconta invece Lora – bisogna tenersi elastici e pronti a qualsiasi evenienza. Non sempre si può pensare che tutto andrà come vogliamo, e infatti non mi è stato possibile fare un parto in acqua ma questo non ha significato che non ho partorito. Anzi. Ho lavorato sulla paura di non farcela, ho tenuto stretta la mano di mio marito e ho pensato che insieme saremo riusciti a farcela, con la sua voce che ormai mi è entrata dentro grazie a tutte quelle letture guidate, sono riuscita a vedere tutto possibile. Ho spinto, ho respirato, ho ascoltato e mi sono concentrata, e questo grazie al lavoro che ho fatto durante il corso e successivo al corso, ho imparato che potevo farcela e così è stato.

Infine la sua testimonianza personale:

Il mio è stato un parto naturale vissuto con mille paure inizialmente, ma gestito con sicurezza. Sono stata supportata da un’ostetrica e dalla mia doula, da mio marito e da mia madre: tutti lì come una tribù ad aiutarmi a vivere nel miglior modo possibile le contrazioni, le mie paure di non farcela e la stanchezza dopo le 12 ore di travaglio a casa. Ma oggi posso dire che sentirsi centrati, sentirsi presenti, saper respirare nel modo giusto, avere delle visualizzazioni nelle quali perderci possono essere degli strumenti importanti per affrontare la gravidanza e il parto in un modo migliore, per permetterci di averne un ricordo indelebile con il sorriso.

L’hypnobirthing in Italia

L’hypnobirthing – spiega Russo – in Italia esiste da oltre 50 anni ma non se n’è mai parlato molto, le cose sono cambiate quando Kate Middleton ha acceso i riflettori su questa pratica, un paio di anni fa. I nostri ospedali però, a differenza di quelli inglesi o americani, non sono ancora attrezzati: bisogna lavorare perché le due figure di riferimento dell’hypnobirthing, lo psicologo e l’ostetrica, possano lavorare insieme anche all’interno degli ospedali, perché al supporto medico sia affiancato anche quello emotivo”.

Diversa è la situazione nel Regno Unito: “ – conclude – se dici di essere una mamma hypnobirthing gli ospedali e le cliniche sanno come muoversi. La speranza è di riuscire ad arrivare un giorno a questo anche in Italia, ad un riconoscimento e ad un’adeguata formazione. Ad oggi la pratica sta avendo un seguito sempre maggiore, per questo è necessario garantire un supporto anche all’interno dell’ospedale”.

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