
Un esame del sangue può predire la depressione durante il corso della gravidanza e anche nel periodo post parto? Secondo uno studio, sì
Nel terzo trimestre della gravidanza, estrogeni e progesterone sono al loro massimo livello, ma subito dopo il parto calano rapidamente e raggiungono livelli simili a quelli segnalati in menopausa. Per aiutare il corpo ad adattarsi al meglio a questa nuova condizione si può intervenire con una dieta mirata.
Nel terzo trimestre della gravidanza, estrogeni e progesterone sono al loro massimo livello per sostenere sia il corpo della futura madre che quello del nascituro. Nel postpartum, però, questi ormoni hanno un crash: ossia calano rapidamente e raggiungono livelli simili a quelli segnalati in menopausa.
Dopo la nascita del bambino, quindi, avviene quello che si chiama crash ormonale postpartum, uno tra i cambiamenti ormonali più rapidi e significativi che qualsiasi essere umano possa mai sperimentare.
Un esame del sangue può predire la depressione durante il corso della gravidanza e anche nel periodo post parto? Secondo uno studio, sì
Questo, aggiunto allo stress del parto, alla privazione del sonno e a tutte le responsabilità e fatiche del prendersi cura di un nuovo essere umano, diventa spesso molto pesante da affrontare e può anche portare a depressione ed esaurimento.
Nei primi mesi dopo il parto la carenza di estrogeni, ad esempio, può portare all’aumento delle sudorazioni notturne, pelle e mucose secche, dolori articolari e umore in calo. La mancanza di progesterone, detto anche l’ormone della calma, invece, è collegata a stati di ansia, depressione, insonnia e mal di testa.
Per aiutare il corpo ad adattarsi al meglio a questa nuova condizione e, per cercare di porre rimedio al calo fisiologico ormonale che porta molti e improvvisi scompensi, si può intervenire con una dieta mirata.
Per gli estrogeni in particolare, mangiare abbondanti proteine e grassi è il primo passo per aiutare questo ormone a tornare ai livelli base. I fabbisogni di nutrienti dopo il parto sono, in realtà, più elevati di quelli durante la gravidanza, specie se si allatta al seno.
Tra gli alimenti utili a integrare il calo di estrogeni troviamo i semi di lino e la soia, due fitoestrogeni naturali capaci di imitare l’azione di questo ormone nel corpo. Ricco anche di proteine, fibre e grassi, il lino è un ottimo alleato nella dieta postpartum: uno o due cucchiai di semi macinati al giorno, aggiunti a un frullato di frutta fresca o in un’insalata, sono un modo semplice per sostenere i livelli di estrogeni e ridurre sintomi di questa carenza.
Anche per il progesterone, mangiare grassi, proteine è fondamentale, ma soprattutto è necessario consumare dosi corrette di carboidrati: quest’ormone, infatti, è particolarmente sensibile alla digestione lenta degli amidi, come farina d’avena, patate dolci e zucca.
Inoltre, la carenza di vitamina C è stata collegata a bassi livelli di progesterone, e consumare cibi ricchi di questa sostanza dovrebbe portare, quindi, molti benefici. Anche lo zinco aiuta la produzione di progesterone: è utile quindi mangiare pollame, crostacei, noci e frutta secca, ottime fonti di questo minerale.
Non si sa esattamente quando i livelli di estrogeni e progesterone riacquistino i livelli pre-gravidanza, ma certamente il ritorno del ciclo mestruale è il primo segno che questi ormoni si stanno normalizzando. È per questo che nell’attesa che il corpo si assesti, intervenire con l’alimentazione è fondamentale per il benessere e l’equilibrio delle neo mamme.
La gravidanza finisce con la nascita del bambino? Non proprio. C’è un quarto trimestre di gravidanza a cui prestare la massima attenzione.
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