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Del periodo del post-partum se ne parla quasi sempre sottolineando criticità e aspetti negativi: ecco come affrontarlo con un approccio più positivo.
Più volte abbiamo sottolineato l’attenzione verso il periodo del puerperio, una fase tanto sottovalutata quanto di cruciale importanza. È il momento nel quale tutto quello per cui si è faticato e aspettato i mesi della gestazione diventa realtà e inizia a prendere forma. Se con il parto si arriva alla fine di una fase durante (più o meno) nove mesi, con la nascita del bambino ne inizia un’altra che non ha una durata prestabilita e che è caratterizzata più da incognite che da certezze. Proprio l’incertezza e l’instabilità rappresentano due dei principali motivi di affaticamento e tensione che travolgono i neogenitori. È il motivo per cui, in una prospettiva di Fourth Trimester Wellness, è importante capire cosa si può fare davvero per ricaricarsi e ricostruire una nuova dimensione di benessere. Parliamo di Post-Partum Reloaded.
Quando parliamo del postpartum siamo soliti concentrare l’attenzione esclusivamente sulle criticità e gli aspetti più delicati. Questi sono reali ed è doveroso non sottovalutarli, ma è altrettanto vero che un periodo così intenso può diventare l’occasione ideale per costruire il proprio futuro. Per farlo è utile non ignorare nessun aspetto: consapevoli dei rischi e, proprio per questo, pronti a cogliere le nuove opportunità .
Il postpartum, ricordiamolo, è per ogni neomamma il periodo in cui l’organismo risente dei cambiamenti avvenuti durante la gravidanza. L’utero e gli altri organi interni tornano gradualmente alle condizioni pre-gravidiche, i liquidi corporei si ridistribuiscono, si va incontro alla guarigione dalle ferite e dalle lacerazioni mentre si subiscono nuove trasformazioni per consentire l’allattamento al seno.
A questo insieme di trasformazioni fisiche si aggiungono i cambiamenti psicoemotivi legati alla definizione di una nuova identità di madre, alle possibili tensioni con il partner (anche per la stanchezza dovuta alle poche ore di sonno), le difficoltà nel ritorno al lavoro con conseguente rischio concreto di baby blues e depressione post-partum. Anche le condizioni più leggere e clinicamente meno rilevanti (come uno stato di stress, stanchezza e tristezza che non sfocia in uno stato depressivo), hanno comunque un impatto notevole sulla qualità della vita.
Tutti questi elementi rappresentano una sorta di campo minato sul quale ogni madre (ma anche ogni padre) si trova ad affrontare in questo periodo. Un insieme di criticità che però possono consentire di essere vissute come un’opportunità per scoprire nuove risorse interiori e ridefinire le proprie priorità . Un periodo dal quale ripartire per rimettere in discussione i propri ritmi e abitudini e grazie al quale sviluppare nuove capacità sia empatiche che organizzative.
Affrontare questo periodo con coraggio e determinazione, senza subirne passivamente gli eventi è possibile ed è quanto chiamiamo Post-Partum Reloaded. Un approccio di questo tipo è possibile se si parte dalla realtà concreta e non dalla retorica romanzata dell’amore che vince sempre su tutto (senza mai definire cosa si intenda per amore e perché in diversi casi non si riveli così efficace).
Il consiglio è quello di partire da sé stesse, dal proprio stato attuale e di sgomberare la mente da tutte le false aspettative, le pressioni, i condizionamenti, i luoghi comuni e i desideri impossibili da realizzare. Quello del Post-Partum Reloaded è innanzitutto un percorso che ha come obiettivo il benessere psicofisico-relazionale. Un traguardo che non è definito né definitivo, ma che va costruito sulla base della propria individualità e capacità .
Stare bene è possibile, ma lo è se si supera la melensa retorica che questo significhi non avere difficoltà o che queste non abbiano un peso. Diventare madri e padri può ferire e costare tanta fatica. Punto. Non ci sono ma che addolciscono la questione. C’è però la consapevolezza che la fatica è parte di un percorso graduale che cambia, che interroga continuamente i genitori e che richiede non solo la capacità di rispondervi ma anche di sapersi fermare.
I genitori non devono essere impeccabili e hanno bisogno di curare anche la loro personalità e dimensione affettiva, sociale e relazionale. Ciascuno lo fa nei suoi tempi e con i modi che ritiene più adeguati, ma per tuti è necessario mettere in conto flessibilità , gradualità e pazienza. Può essere utile darsi degli obiettivi concreti e facilmente raggiungibili, così da conquistare successi tangibili.
Alcune strategie chiave utili nel Post-Partum Reloaded per recuperare l’equilibrio e costruire il proprio benessere quotidiano sono:
Ciascuna di queste strategie può risultare ovvia, banale e incapace di fare davvero la differenza. In realtà è l’esatto contrario e mettendole in pratica (non tutte insieme e non tutte sempre in maniera impeccabile) si riesce a perseguire quel benessere olistico tanto desiderato. Certo, non bisogna pensare che tutto sia automatico o che non bisogni intervenire attivamente su alcuni fronti (se il bambino non dorme difficilmente si riesce ad avere un riposo di qualità , quindi bisogna percorrere altre strade), ma è da queste strategie che passa la possibilità di recuperare rapidamente e cogliere le opportunità del Post-partum reloaded.
Sin dall’esito positivo del test di gravidanza e con il passare delle settimane di gestazione, è utile prepararsi a quello che avverrà dal ritorno a casa dopo il parto. Se molto dipende anche dal temperamento del neonato e dal proprio stato di forma psicofisica (e dal supporto del partner), può aiutare molto il sapere a chi rivolgersi in caso di necessità .
Da questo punto di vista la tecnologia gioca un ruolo importante offrendo strumenti e servizi utili con i quali costruire la propria quotidianità e ridefinire la propria identità . Da questo punto di vista può essere utile rifiutare modelli e confronti, ma conquistare piccoli grandi traguardi quotidiani, dai quali costruire la propria identità di donna, madre e partner, senza pressioni o giudizi. Qui sta la più grande libertà e l’opportunità di essere, anche nei confronti dei propri figli, il tipo di genitore che si vuole diventare.
Probabilmente è un ulteriore fatica, ma è anche l’unica che permette di vivere le altre con la consapevolezza di un fine più grande da raggiungere, l’unico dal quale ogni volta ripartire.
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