Siamo abituati a pensare al Bel Paese come a un luogo difficile in cui vivere: poche certezze economiche, poche possibilità per crearsi una famiglia ma, a dare una sferzata di positività, questa volta non sono la cucina mediterranea e il clima, bensì i neonati: infatti, l’Italia è tra i paesi al mondo più sicuri per nascere.

A darne certifica i dati presentati dal Presidente Fabio Mosca della Società Italiana di Neonatologia (SIN) che fotografano un Paese che presenta tassi di mortalità neonatale bassissimi. E dopo lo sport, la musica e il premio Nobel, l’Italia si attesta in alto nella classifica anche con le nascite.

Neonati, l’Italia è tra i paesi al mondo più sicuri per nascere

Una bella notizia tutta Made in Italy: l’Italia è in vetta per quanto riguarda le nascite e non solo, parrebbe che proprio il nostro Bel Paese sia tra quelli ritenuti migliori dove venire al mondo. Durante il XXVVII Congresso del SIN intitolato: Salute, Neonati: Rete punti nascita italiani tra i miglior di Europa, il Presidente del Sin, Fabio Mosca ha dichiarato:

L’Italia è tra i Paesi al mondo dove si nasce meglio, con tassi di mortalità neonatale bassissimi (2,1 rispetto  a  2,9  della  Germania,  2,6  della  Danimarca,  2,7  dell’Olanda  e  2,9  dell’Inghilterra,  per  mille  nati  vivi).

Certo esistono ancora ampi margini di miglioramento, soprattutto per ridurre il divario tra i tassi di mortalità neonatale al Nord e Centro Italia rispetto al Sud Italia  e alle isole, ma la rete dei nostri punti nascita è tra le migliori in Europa.

Per migliorare e perfezionare l’organizzazione in tutti i punti nascita delle diverse regioni italiane, la SIN ha elaborato il “Libro bianco di neonatologia 2019” che ha fornito una chiave di lettura dettagliata dell’organizzazione inerenti le cure neonatologiche e perinatologiche in Italia e numerose survey conoscitive (Indagine Conoscitiva Nazionale sui Servizi di Follow-up del neonato pretermine e/o a Rischio, Indagine Conoscitiva Nazionale ed Europea sull’organizzazione dell’Assistenza in Sala Parto, Indagine Conoscitiva Nazionale sul Trasporto d’emergenza del neonato e del lattante, Indagine Conoscitiva Nazionale sulle pratiche di Assistenza neonatale durante la pandemia da Covid-19, Indagine Conoscitiva Nazionale sulla gestione della Retinopatia della prematurità, Indagine Conoscitiva Nazionale congiunta SIN-SIMP sull’incidenza di Encefalopatia Ipossico-Ischemica neonatale che necessita di trattamento ipotermico).

Queste indagini hanno reso possibile, attraverso una conoscenza approfondita, l’orientamento verso le scelte future di Istituzioni e medici nel campo sanitario.

Il Libro bianco di neonatologia 2019: l’indagine sui reparti di neonatologia in Italia

Realizzato grazie al coordinamento del Dott. Luigi Orfeo e alla collaborazione del Prof. Carlo Dani e del Dott. Domenico Di Lallo, il Libro bianco di neonatologia 2019 si pone l’obiettivo di indagare sui reparti di neonatologia nelle varie regioni italiane in modo da rendere i servizi dedicati alle nascite i più efficienti possibili.

Attraverso un questionario inviato ai  responsabili di tutte le Neonatologie italiane, sono stati analizzati alcuni degli aspetti strutturali ed organizzativi più rilevanti dei reparti:

  • la disponibilità dei posti letto;
  • il numero di personale medico ed infermieristico in relazione al numero di posti letto;
  • il livello  di complessità assistenziale;
  • le politiche di accesso dei genitori ai reparti;
  • la disponibilità di servizi diagnostici e di tecnologie;
  • la tipologia di trattamenti disponibili.

Infine, nell’ultima parte del questionario si è fatta luce sulle caratteristiche organizzative relative al lavoro del team medico-infermieristico. L’indagine ha, così, dichiarato che nel 2019 i punti nascita attivi a livello nazionale erano 411 distribuiti, a livello geografico:

  • 172 al Nord;
  • 79 al Centro;
  • 160 al Sud ed Isole.

Del totale, i punti nascita con Terapia Intensiva Neonatale (TIN) sono 118, di cui:

  • 44 al Nord;
  • 21 al Centro;
  • 53 nel Sud e Isole.

I neonati in Italia venuti al mondo con un’età gestazionale inferiore a 27 settimane (neonati prematuri) sono state 1.175. Nella metà dei centri analizzati (50%), tuttavia, il numero di nascite è risultato più basso. In merito all’indagine effettuata e ai risultati ottenuti, il Presidente Mosca ha dichiarato:

I risultati di queste indagini evidenziano l’importanza della raccolta e dell’analisi  dei  dati per valutare l’efficienza della rete dei punti nascita italiani, in particolar modo quelli dotati di TIN. Complessivamente, per la prima volta possiamo conoscere in  modo approfondito alcune delle più importanti caratteristiche organizzative dei  centri TIN e della situazione dei neonati in Italia, indispensabili per valutarne i punti di forza e di debolezza rispetto agli standard riconosciuti e per pianificare, di conseguenza, le  possibili azioni di miglioramento.

Progetti futuri di nascita per un Paese migliore

La  Società Italiana di Neonatologia ha reso noto anche un altro progetto intitolato: Standard  Organizzativi  per  l’Assistenza Perinatale, che ha visto la partecipazione delle principali società scientifiche dell’area materno infantile italiane.

L’obiettivo è quello di aggiornare gli standard organizzativi dell’assistenza perinatale, in termini  di  risorse umane, strutturali e tecnologiche. Infine, la SIN, con il coordinamento della Dott.ssa Gina Ancora ed  insieme a Vivere Onlus, ha curato la traduzione in italiano degli “Standard Assistenziali Europei per la Salute  del  Neonato”, realizzati da European  Foundation  for  the  Care  of  Newborn  Infants  (EFCNI), in collaborazione con la SIN, che forniscono nuovi standard di riferimento per la cura dei neonati prematuri. Le parole del Dott. Mosca in merito ai futuri progetti:

Sono  sicuro  che,  con  questi  nuovi  standard  di  riferimento,  potremo  perseguire  e  proseguire  nel  nostro  obiettivo  prioritario  di  garantire  la  maggior  sicurezza  possibile  della  diade  madre/neonato.

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  • Neonato (0-1 anno)