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Nuovo record negativo per l'Italia: sono -16mila i bimbi nati nell'ultimo anno. L'impatto della pandemia da Covid sul crollo di nascite e matrimoni.
L’impatto che la pandemia da Covid ha avuto sulla popolazione demografica in Italia è alquanto devastante: sono 16mila le nascite in meno registrate lo scorso 2020 rispetto al precedente 2019.
Un calo delle nascite confermato dal report pubblicato dall’Istat che fotografa una situazione di crisi delle famiglie italiane, disagiate sotto molti punti di vista: economico, finanziario e sociale.
Le statistiche non sbagliano e l’Istat ha messo nero su bianco i dati inerenti la popolazione italiana registrati nell’ultimo anno. Numeri impressionanti, spiega Massimo Gandolfini, fondatore dell’associazione Family Day, riferendosi alla situazione sempre più problematica delle famiglie italiane.
La pandemia da Covid-19 ha impattato l’Italia intera e il risultato, come si evidenzia dai numeri statistici sviluppati dall’Istat, è il crollo drastico delle nascite: -16mila bambini solo nel 2020. Numeri che tenderanno ad aumentare anche nel 2021.
In 12 anni, dal 2008 al 2020, si è avuto una diminuzione di nascite del 30% segnando una tacca negativa alla vita. “Non è un paese per vecchi”, recitava il titolo di un film ma qui non è la fantasia di una pellicola distopica, ma l’allarmante verità di un paese sempre più anziano. Servirebbero maggiori fondi dallo Stato e dai governi e, anche se i vari bonus regionali e gli aiuti alle famiglie, sono disponibili, sembrano comunque non essere sufficienti a invertire la rotta.
Massimo Gandolfini, ha dichiarato, come si legge su Adnkronos:
Le ragioni per le quali gli italiani hanno paura di procreare sono sintetizzabili fondamentalmente in tre passaggi: ragione economica, fiscale e culturale. Sotto il profilo economico basti pensare al recovery plan, la famiglia è bistrattata e sono molto preoccupato per il 1° luglio, data della partenza dei fondi dell’assegno unico, perché a mio parere i fondi dovrebbero essere triplicati, soprattutto in un momento storico come questo.
Il rientro al lavoro dopo la fine della maternità è per molte donne complicato; gestire l'allattamento e il proprio impiego non è sempre facile....
La percentuale si attesta a -3,8%, ovvero 16.000 nascite in meno registrate lo scorso anno. Un quadro preoccupante se si pensa al divario tra nascite e decessi registrati da inizio pandemia ad oggi:
Un nuovo record negativo così importante non si registrava dal secondo dopoguerra in Italia (1918). La geografia delle nascite mostra un calo generalizzato in tutte le regioni italiane con maggiore divario tra Nord e Sud:
Tra le regioni, i tassi di natalità pongono la provincia autonoma di Bolzano al primo posto con 9,6 nati per 1000 abitanti e la Sardegna in ultima posizione con il 5,1 per 1000.
Il calo delle nascite si è registrato con maggiore inclusività nei mesi di Novembre e Dicembre 2020 in concomitanza con i primi effetti dovuti alla prima ondata di pandemia segnando un valore negativo del –10,3%.
Cosa sarà dei bambini concepiti e nati durante la pandemia? Avranno delle conseguenze sulla loro crescita? Ecco perché preoccuparsi e perché no.
Come si legge nel report stilato dall’Istat:
Il senso di sfiducia generato nel corso della prima ondata, soprattutto al Nord, può aver portato alla decisione di rinviare la scelta di avere un figlio. Al contrario, il clima più favorevole innescato nella fase di transizione può avere avuto effetti benefici transitori, poi annullati dall’arrivo della seconda ondata.
Ma le ragioni della denatalità e del crollo delle nascite vanno ricercate anche nei fattori che hanno contribuito al trend negativo dell’ultimo decennio. Tra questi:
Questo trend negativo è abbastanza pericoloso poiché potrebbe portare, se dilungato negli anni, alla perdita delle caratteristiche tipiche dell’italianità. Inoltre, l‘impatto del Covid ha colpito, in modo particolare, le donne, con focus particolare verso quelle residenti nel Nord Ovest dell’Italia che, a causa della forte crisi pandemica hanno perso la loro occupazione lavorativa. Un fattore, questo, che ha influito inevitabilmente al calo demografico con il risultato di un crescente malessere psicologico verso le prospettive future.
Quindi, l’attuale situazione rappresenta per molte coppie un disincentivo a voler allargare o creare una famiglia. Anche se il desiderio è ancora presente, oggi, mancano gli incentivi economici e una stabilità finanziaria che permetterebbe un’accelerazione delle nascite. E non è un caso se nell’ultimo anno sono crollati anche i matrimoni in Italia:
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