Una scuola spaccata in due: è questo lo scenario che l’Italia sta affrontando negli ultimi anni, al Nord sempre più cattedre vuote per insufficienza di docenti specializzati, al Sud troppi insegnati di sostegno specializzati che restano in attesa di una chiamata.

Insomma, nelle scuole italiane non si trovano insegnati di sostegno e questo è un male per quegli alunni che necessitano di un aiuto concreto e professionale per poter proseguire gli studi.

Insegnanti di sostegno insufficienti al Nord e in esubero al Sud

Il problema alla base della scuola oggi è rappresentato dalla mancanza inaccettabile di docenti specializzati nel sostegno di bambini con disabilità. Lo scenario che si prospetta davanti è quello di un Paese diviso a metà – come del resto siamo abituati a vedere – tra il Nord e il Sud.

Se nelle regioni del Nord il disagio proviene dall’insufficienza di insegnanti che non sono stati specializzati perché l’Università non li ha formati, nelle regioni del Mezzogiorno ci sono, invece, migliaia di professionisti disoccupati.

A confermare il divario sono le statistiche e i numeri impressionanti. Solo per citare alcuni dati:

  • nelle regioni meridionali e peninsulari, l’offerta formativa negli atenei è pari a circa 13mila posti. Solo la Sicilia, per esempio, propone corsi professionali a 5mila persone;
  • nelle regioni del centro nord, l’offerta formativa è, invece, di soli 3500 posti.  In Toscana i corsi specializzati arrivano a coprire 985 posti, in Emilia Romagna 750 e in Lombardia 720.

Alla luce dei numeri sopracitati, il nuovo anno scolastico 2021/2022 è partito con 278mila disabili in classe e solo 112.370 tra docenti specializzati di ruolo e non specializzati.

Il disagio delle cattedre in “deroga”

Il problema inerente le cattedre in deroga, ovvero degli insegnanti di sostegno che non hanno una specializzazione, è davvero allarmante, soprattutto nel Nord Italia. Ad oggi, i posti aggiuntivi in deroga già assegnati sono 87.209.

Il totale è di quasi 200mila insegnanti e professori che dovrebbero già essere in cattedra ma che, nella realtà, sono difficili da reperire. Una motivazione è stata data da Attilio Varengo, componente della segreteria Cisl Scuola nazionale:

Molti docenti specializzati non di ruolo scelgono una cattedra su una disciplina. In questo modo si creano dei buchi. Inoltre, molti alunni che ad oggi sono “scoperti” si trovano in regioni dove manca l’offerta.

Eppure, il 6 luglio 2021, con il Decreto Ministeriale n. 755  del Ministro dell’Università e Ricerca, gli Atenei italiani sono stati autorizzati ad attivare i percorsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità nella scuola dell’infanzia, nella scuola primaria e secondaria di I e II grado.

Un ulteriore problema che si aggiunge al già presente “dramma” riguarda il caos intorno le nomine delle supplenze annuali avvenuto con un sistema basato su un algoritmo. Grazie a questo algoritmo molti insegnanti specializzati sono stati scavalcati da personale non specializzato, nonostante la norma dia priorità ai primi.

Evelina Chiocca, presidente del Coordinamento italiano insegnanti di sostegno (Ciis), ha confermato:

Il metodo di reclutamento dimostra l’inefficienza del sistema. Le nomine vanno fatte a fine giugno e gli incarichi assegnati devono garantire la continuità didattica.

E in tutto questo calderone di docenze non specializzate, inefficacia del sistema scolastico e posti di lavoro non sempre a norma, a rimetterci, alla fine, sono sempre i bambini con disabilità e le loro famiglie.

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