Il gioco indipendente è un modo per insegnare ai propri figli l’autonomia e rafforzare l’autostima. Lasciare che i propri figli giochino da soli senza necessariamente la compagnia di mamma o papà non solo è un bene per lo sviluppo di determinate capacità psico-sensoriali ma anche un modo per i genitori di prendersi cura di sé.

La regola quasi “imposta” secondo il quale, giocare con i propri figli è indispensabile per instaurare un buon rapporto genitori-figli, sembra essere affiancata da un’altra verità che vede il gioco indipendente del bimbo come un buon metodo per accrescere la sua autonomia. Rappresenta un atto d’amore per il bebè ma anche per il genitore.

Perché insegnare ai propri figli il gioco indipendente è un bene per entrambi?

Tutti i migliori pedagogisti e gli psicologi infantili concordano sul fatto che il gioco indipendente aiuta a supportare:

  1. il pensiero creativo;
  2. la risoluzione dei problemi;
  3. la concentrazione.

Lasciare che i propri figli giochino da soli per brevi periodi di tempo è un bene poiché porta il bambino a capire cosa significhi distaccarsi dalle figure di riferimento e iniziare a sviluppare una sana autonomia.

Per un genitore essere costantemente presente e pronto a giocare è estenuante e non è necessariamente un bene per i bambini. In passato si è radicata l’idea che essere bravi genitori significasse interagire sempre con il proprio bebè a discapito del totale sacrificio di sé, ma in realtà non è così. Imparare a giocare in modo indipendente è importante dal punto di vista dello sviluppo per un bimbo piccolo e anche per la serenità del genitore.

Incoraggiare il piccolo al gioco indipendente permetterà alla mamma o al papà di dedicare quel tempo per portare a compimento altre faccende personali più o meno importanti, sempre con un occhio di riguardo al bebè: dal semplice leggere la posta, a rassettare casa ma, anche a rilassarsi con una tazza di caffè in mano.

Come educare i neonati a giocare da soli

Tutto parte dall’essere in grado di sviluppare una routine al gioco indipendente. Si inizia con piccoli accorgimenti che il genitore dovrà seguire poco per volta. Il co-fondatore e CEO del sito Lovevery ha spiegato alcuni passaggi importanti su come sviluppare l’abitudine al gioco autonomo:

  • lo spazio sicuro: serve costruire o ricavare un piccolo spazio dove il bebè può tranquillamente trascorrere qualche minuto in totale sicurezza con la mamma o il papà nelle vicinanze ma fuori dalla sua veduta. In tal caso, si può usare un baby monitor con cui osservare il bimbo da lontano;
  • il tempo: inizialmente il neonato avrà un tempo di autonomia dalla mamma di 5 minuti dopodiché, molto probabilmente, inizierà a reclamare la presenza del genitore. Questo è del tutto normale, il piccolo dovrà abituarsi gradualmente all’indipendenza. In tal caso, è opportuno mantenere aspettative realistiche e iniziare con pochi minuti alla volta, aumentando fino a 20 o 30 minuti ogni giorno;
  • i giochi: al bimbo vanno proposti pochi giochi e attività adatti alla sua tenera età per aumentare le probabilità che rimanga più a lungo con i propri giochi in autonomia. I giochi montessoriani saranno maggiormente apprezzati;
  • il momento ideale: per sviluppare una buona routine è necessario sapere che alcuni momenti della giornata saranno indicati rispetto ad altri; per esempio, è sconsigliato proporre il gioco indipendente prima del consueto riposino pomeridiano. Al contrario, appena sveglio, dopo una breve merenda, il bebè sarà maggiormente predisposto al gioco.

Come educare i bambini di 1-3 anni a giocare da soli

Favorire il gioco indipendente nei bambini in età prescolare è importante poiché sviluppa l’autostima, l’indipendenza e la creatività, sia nel gioco sia nella vita.

Di seguito i passaggi per inizializzare il bambino al gioco indipendente:

  • creare 3/4 postazioni semplici: un po’ come per i neonati, anche per il bimbo più grandicello, la regola è quella di creare dei posti sicuri e che abbiano pochi giochi. In questo caso adibire delle postazioni diverse agevolerà la creatività e la curiosità nel bambino. A seconda dell’età, si possono costruire 3 o 4 spazi dedicati ad attività differenti come: lo spazio per il puzzle, quello per il disegno, per le costruzioni e uno spazio dedicato ai libri o alla musica;
  • evitare schermi che possano ridurre la concentrazione del bimbo e, di conseguenza, il tempo in cui può intrattenersi;
  • libertà di scelta: il bambino dovrà essere libero di scegliere e giocare con i propri giochi come meglio crede. Dunque, la mamma e il papà dovranno evitare di intromettersi nel gioco e indicare come dovrà giocare o relazionarsi con i giochi. Il genitore dovrà intervenire solo se è il bimbo stesso a chiedere un aiuto;
  • permettere che la noia subentri: uno dei motivi per il quale il genitore è (troppo) presente è la preoccupazione che il proprio figlio si stia annoiando da solo.  Secondo uno studio sviluppato dalle ricercatrici Karen Gasper e Brianna Middlewood – Pennsylvania State University –  la noia stimola la creatività nei bambini. Un bambino ha il diritto di imparare a riempire i tempi vuoti così come conoscere il silenzio.
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