Fare sport e attività fisica in gravidanza è assolutamente benefico sotto diversi punti di vista. Oltre alla capacità di ridurre lo stress e le tensioni, infatti, il National Health Service britannico precisa come l’esercizio in gravidanza aiuti ad adattarsi ai cambiamenti del corpo, all’aumento di peso, così come ad affrontare il travaglio e a recuperare la forma dopo il parto.

Tra queste attività rientra anche quella in piscina? Il nuoto in gravidanza è consentito o pericoloso? E se sì, a quali condizioni?

Si può fare nuoto in gravidanza?

La risposta è affermativa, il nuoto rientra tra quelle attività aerobiche (quelle nelle quali vi è il movimento di grandi muscoli del corpo e che prevedono la presenza di ossigeno) consentite e consigliate durante la gravidanza.

In generale tutte le attività in acqua sono estremamente benefiche durante la gravidanza. Questo perché, proprio per una questione fisica, il corpo immerso in piscina ha un peso minore consentendo di fare movimenti ed esercizi senza troppi sforzi e in totale sicurezza rispetto a quanto accadrebbe fuori dall’acqua.

I benefici del nuoto in gravidanza

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Fonte: iStock

Proprio per questo ambiente particolare (l’acqua della piscina) il nuoto in gravidanza è un’attività estremamente consigliata. Oltre a quanto già detto, infatti, il nuoto durante le settimane è utile per:

  • tonificazione muscolare;
  • riduzione della curvatura della colonna vertebrale a livello lombare (iperlordosi);
  • rafforzamento del perineo;
  • rilassamento della zona lombare;
  • favorire la circolazione sanguigna;
  • rilassamento e sollievo alle gambe;
  • contrasto alla ritenzione idrica e al gonfiore degli arti inferiori;
  • aumento dell’ossigenazione del sangue;
  • maggiore produzione di endorfine che infondono un benessere psicofisico generale;
  • aiuta a ottimizzare la respirazione.

Inoltre, come precisato dalla Fondazione Umberto Veronesi, l’attività fisica in gravidanza ha effetto benefico anche sullo sviluppo del bambino. Quelli nati da madri attive, infatti, hanno una probabilità maggiore di avere peso e dimensioni nella norma e un precoce sviluppo del cervello che si converte in una migliore capacità di apprendimento fin dalle prime fasi della vita.

È importante precisare come il potenziale benefico del nuoto in gravidanza riguardi le gestazioni a termine e quelle prive di complicazioni. Condizioni particolari, infatti, possono precludere questo tipo di attività ed è sempre consigliato valutare cosa fare con il proprio ginecologo.

Vi sono anche studi che sollevano l’attenzione sui rischi del nuoto in piscina durante la gravidanza. Secondo quanto emerso da queste ricerche, infatti, vi sarebbe un maggior rischio di condizionare lo sviluppo della circonferenza della testa del bambino e modificare le caratteristiche cellulari del sangue del cordone ombelicale. Questo avverrebbe per effetto dell’esposizione ai sottoprodotti della disinfezione dell’acqua. Questi sono studi preliminari che richiedono ulteriori indagini a lungo termine per confermare tale correlazione.

Cosa cambia da trimestre a trimestre?

Non ci sono particolari limitazioni alla pratica del nuoto in gravidanza, ma è preferibile attendere almeno la fine del primo trimestre. Molto, ovviamente, dipende dalle condizioni della donna, ma solitamente i primi mesi sono quelli più delicati sia per la sicurezza del feto che per i primi sintomi della gravidanza (nausea, vomito, bruciore di stomaco, mal di testa, vertigini, eccetera).

Dal secondo trimestre in poi i cambiamenti fisici, soprattutto quelli legati all’aumento del volume dell’utero, diventano più evidenti e, complice una ritrovata stabilità e serenità, il nuoto in gravidanza offre tutti i suoi benefici. Se fuori dall’acqua con il passare delle settimane ci si sente appesantite e i movimenti sono sempre più ridotti e faticosi, una volta in piscina si sperimenta una leggerezza tale da svolgere con piacere gli esercizi previsti.

A cosa fare attenzione

Se è vero che il nuoto in gravidanza è utile, sano, piacevole e divertente è altrettanto vero che è importante viverlo con consapevolezza e attenzione. Innanzitutto nell’evitare tuffi, immersioni e sforzi eccessivi e poi nel prepararsi adeguatamente sia prima (con il riscaldamento) che dopo (con il defaticamento).

L’altro aspetto su cui porre l’attenzione riguarda la durata dell’allenamento. Molto dipende, ovviamente, dalle condizioni e dalla volontà di ogni singola donna, ma è bene anche considerare la pregressa attività fisica.

Per le donne che già praticavano sport, magari proprio il nuoto, infatti, si può continuare in maniera piuttosto tranquilla adeguando l’intensità alle proprie condizioni. Per quelle che iniziano a fare sport con l’arrivo della gravidanza, invece, è bene iniziare in maniera sobria e proseguire in maniera graduale preferendo la regolarità alla quantità.

A questo proposito: quanto allenarsi durante la gravidanza? L’American College of Obstetricians and Gynecologists indica di praticare almeno 150 minuti a settimana di attività aerobica di intensità moderata (tale da aumentare la frequenza cardiaca e iniziare a sudare).

Qualunque sia l’attività svolta durante la gravidanza è importante mantenersi sempre idratate (bere tanto e regolarmente) e prestare attenzione all’alimentazione. Il consulto con il ginecologo o con l’istruttore della piscina può essere utile per predisporre un piano di allenamento e alimentazione specifico per la propria condizione in modo da vivere la gravidanza al meglio e sfruttare tutti i benefici del nuoto.

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