
Gli effetti psicologici del Covid sulla maternità spiegati in un nuovo studio
Un nuovo studio scientifico ha analizzato gli effetti che la pandemia da Covid-19 ha avuto (e ancora ha) sulla maternità e la gestione del post pa...
Dietro le foto perfette pubblicate sui social ogni mamma ha dei momenti di sconforto: ne abbiamo parlato con Micol Del Gaudio, che sul suo blog "Unusual Mom" descrive anche i momenti meno piacevoli dell'avere dei figli.
Grandi sorrisi e sguardi luminosi, il volto pubblico della maternità è, spesso e volentieri, senza una smagliatura, senza nessuna sbavatura. Le mamme sembrano vivere in un perenne stato di estasi che si rinnova ad ogni contatto con i loro figli, in una sorta di angelica contemplazione reciproca.
Questa, almeno, è la parte che viene fotografata, pubblicata e raccontata più di frequente sui social. Poi c’è tutto il resto, ovviamente. Ci sono i pianti, le urla, i momenti di sconforto. Le prove di forza, la tensione. Momenti tenuti il più delle volte stretti a sé, non nascosti ma neppure esibiti, per pudore, perché i capricci dei mini-umani su Instagram non “funzionano” quanto i loro sorrisoni sdentati, o forse solo nella convinzione che sia giusto così.
Le mamme (tutti, a dire il vero) preferiscono condividere i momenti migliori tenendo per sé la quotidiana fatica. Niente di sbagliato, anzi. A volte però in quel muro di perfezione si riesce a intravedere una crepa. È del tutto normale, come normale è tentare di nasconderla dietro un bel quadro. O una fotografia, appunto. C’è però chi decide di mostrare anche la crepa, cercando di togliere alla maternità l’alone di perfezione (più teorica che reale) che la circonda.
Lo ha fatto in un post sul suo profilo Instagram anche la blogger Micol Del Gaudio, un figlio di un anno e mezzo, Liam Santiago, e una bimba in arrivo, Airy: “Nessuno parla di come a volte una madre, si senta sola, brutta, grassa, stanca e pianga chiusa in bagno. Nessuno lo racconta, forse perché vogliamo apparire forti e delle buone mamme. Ma siamo ottime madri anche quando esauste diciamo no, quando sfinite da capricci urliamo e dentro di noi vorremmo tornare indietro nel tempo. […] Per questo oggi voglio condividere con voi i miei pensieri, per dirvi che non siete sole. Non è sempre tutto meraviglioso, non bisogna sempre fingere che sia tutto fantastico e perfetto.”
Un post condiviso da Micol Del Gaudio (@unusual_momblog) in data:
Un pensiero che, se da una parte non vuole dare rigide “istruzioni all’uso”, dall’altra cerca di riportare la vita da mamma sui binari della realtà. Che è fatta, banalmente, di momenti belli e altri no.
La blogger ci racconta perché ha deciso di condividere con le altre mamme, e donne, il proprio sfogo:
Avere un figlio è una cosa bellissima ma a volte ci si sente sole. Quando stai sempre con tuo figlio e come me non puoi contare su nessuno perché viviamo lontani dalle nostre famiglie è come avere un lavoro a tempo pieno e senza ferie. Per il tuo lavoro vieni ripagato con tanto amore, ma anche con tanta altra fatica. I ‘terribili due’ con mio figlio Liam sono arrivati in anticipo: sono incinta, sola e devo anche correre dietro al bimbo, a volte cado nello sconforto. I pensieri si accumulano, cerchi di non far pesare le difficoltà perché i bambini ne risentono ma arrivi a un punto in cui cedi.
Per Micol, che di lavoro fa la maestra, la vita con i bambini non è una novità: “Sono abituata ad avere a che fare con i bambini ma quando sono tuoi cambia tutto, ci sono responsabilità diverse. Lavoro in una scuola Montessori e mai avrei pensato che avrei dato un telefono in mano a mio figlio. Ci sono dei momenti in cui invece lo faccio perché devo occuparmi di altro: sono tante le cose che prima di diventare mamma dici ‘non lo farò mai’, poi tutto cambia, o quasi“.
Micol ha deciso di seguire gli spostamenti di lavoro del suo compagno:
Ho valutato l’idea di tornare a lavorare ma per farlo avrei dovuto mandare mio figlio all’asilo nido, conti alla mano costerebbe più del mio stipendio: adesso stiamo per trasferirci di nuovo da Torino a Milano, sono ancora in maternità ma poi valuterò cosa fare. Ammiro le mamme che tornano subito al lavoro, per quanto riguarda la mia situazione invece mi dico che non so se sia giusto pagare per mandare mio figlio al nido in modo da prendermi cura dei figli degli altri. Con le retribuzioni delle maestre in Italia, poi, non conviene nemmeno.
Micol ha aperto durante la prima gravidanza il blog “Unusual mom“, uno spazio in cui raccontare in modo ironico gioie e dolori della maternità confrontandosi con le esperienze di altre mamme.
Mi dispiace vedere che la verità della maternità non sia quasi mai raccontata, sembra sempre tutto bello e felice. Ed è una cosa indubbiamente vera, perché un figlio regala emozioni uniche. Bisogna dirlo però che la gravidanza non va data per scontata, che può essere traumatico vedere il proprio corpo cambiare, le smagliature, la cellulite, gli organi interni che se ne vanno a spasso chissà dove per 9 mesi. Creare una vita dentro di sé non è un fatto da sottovalutare: prima di diventare mamma facevo anche la modella, quando il tuo corpo cambia devi imparare ad accettarti, io adesso potrei sfilare per la categoria taglie forti, ma va bene così, non mi importa. Tutti soffriamo quando il nostro corpo cambia: da due anni e mezzo non entro più nei miei jeans, ma è ok, negarlo non serve a niente”.
Il confronto con le altre donne e mamme, però, non è sempre costruttivo: sui social, dice Micol
si trova anche parecchia ipocrisia, e mi dispiace. Quando sei a casa da sola lo sai quello che provi, fingere non serve, anzi: se le mamme fossero più sincere e più complici quello dei social sarebbe un mondo più bello. Invece c’è tanta cattiveria, tante mamme giudicano quello che fai. Quando ho smesso di allattare ad esempio mi dicevano ‘perché hai smesso? Le altre lo fanno’. A me è dispiaciuto perché era un momento bellissimo che condividevo con mio figlio, ma quando sono rimasta incinta della seconda bimba è diventato difficile continuare. Mi sono sentita criticare anche per questo. Il mondo invece dovrebbe rimanere fuori dalle scelte di una mamma, non criticare Ogni donna prende le proprie decisioni, una mamma non è più o meno brava perché allatta il proprio figlio. Tante persone però non fanno altro che giudicare.
“Penso che per ogni mamma – continua – ci siano dei momenti di nostalgia per il passato. Quando mi succede mi sento in colpa nei confronti di chi non può avere figli pur volendo, ma a volte mi manca la vita da ‘non mamma’. Penso sia normale: sono rimasta incinta a maggio 2016 e da allora non ho mai passato neanche un minuto senza mio figlio. Non l’ho mai lasciato a nessuno e lui non si allontana mai da me. Le cose cambieranno quando arriverà la sorellina, spero si dia una calmata e accetti la novità. Sono fiduciosa, è un bambino molto dolce“.
Il parto imminente, invece, dice, “non mi fa paura: durante la prima gravidanza ero agitata e preoccupata, non avevo idea di cosa sarebbe successo. Adesso lo so quanto fa male ma in un certo senso mi manca. È stato un momento magico, nonostante il dolore io e il mio compagno abbiamo riso molto, lui mi è stato di grande aiuto. Adesso siamo ancora nel mezzo del trasferimento da una città all’altra. Scherzando dico che partorirò in una stazione di servizio in autostrada, ma rischiamo davvero che succeda!”
Articolo originale pubblicato il 20 luglio 2018
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