
Contraccettivi: tutto quello che c'è da sapere per scegliere il migliore
Ogni anno in Italia (dati Istat) vengono praticate circa 85mila interruzioni volontarie di gravidanza. E ...
Uno dei metodi contraccettivi più usati è il cosiddetto coito interrotto: dati alla mano, però, presenta un'alta probabilità di avere una gravidanza.
Il coito interrotto o coitus interruptus è (erroneamente, come vedremo) uno dei metodi anticoncezionali naturali utilizzati ancora oggi per evitare gravidanze indesiderate. Il coito interrotto consiste nell’estrazione del pene dalla vagina, durante un rapporto sessuale, poco prima dell’eiaculazione dell’uomo.
Si tratta di un metodo riconosciuto come inaffidabile, che è alla base di un gran numero di gravidanze non desiderate. Dati alla mano, come si legge sul sito dell’Istat, in Italia il coito interrotto è molto più praticato rispetto al resto d’Europa, segno di una “rivoluzione contraccettiva incompiuta”:
Ciò che ancor più contraddistingue l’Italia è l’elevata diffusione del coito interrotto (18,7%), deponendo a favore della teoria che la rivoluzione contraccettiva, diffusasi in Europa negli anni ‘70, sia ancora in via di compimento, così come accade per la Russia, unico altro paese europeo con un elevato ricorso al coito interrotto (12,0%). Nel confronto con la Francia, ad esempio, bisogna andare indietro nel tempo fino alla metà degli anni ‘70 (1978: 22,2%) per trovare un uso equivalente, nel 2008 (ultimo dato disponibile) le quote erano assolutamente trascurabili per il coito interrotto (0,4%); in Ungheria nel 1975 si attestava al 19,0 per cento, ma già nel 1993 era sceso al 6,6%, e in Polonia occorre tornare al 1977 per trovare prevalenze così elevate (18,8%).
Ogni anno in Italia (dati Istat) vengono praticate circa 85mila interruzioni volontarie di gravidanza. E ...
La tendenza a praticare il coito interrotto, soprattutto tra i più giovani, sta comunque diminuendo negli ultimi anni: segno di una maggiore consapevolezza per quanto riguarda i rischi connessi ai rapporti non protetti, sia sul fronte delle gravidanze indesiderate che su quello delle malattie sessuali.
Il ricorso al coito interrotto, spiega l’Istat, è però ancora particolarmente elevato in Centro Italia (con una percentuale del 22,1%), e presenta una forte variabilità regionale che passa dal 9,4% in Provincia di Bolzano, al 13,4% in Liguria e al 24,3 per cento nel Lazio.
Sono ancora i dati a evidenziare l’inaffidabilità del metodo del coito interrotto per evitare una gravidanza: si stima che dalle 10 alle 20 gravidanze indesiderate su 100 ogni anno siano causate proprio dall’utilizzo del coito interrotto come metodo anticoncezionale.
Il rischio dipende da due diversi fattori:
Oltre a questo è bene ricordare che il coito interrotto non protegge dalle malattie sessualmente trasmissibili: è necessario, per avere un’adeguata protezione, usare un metodo di barriera, cioè il preservativo.
Come riporta l’Istituto superiore di Sanità, l’efficacia del coito interrotto è un falso mito:
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stimato che la percentuale di donne che ha avuto una gravidanza indesiderata impiegando il metodo del coito interrotto durante il primo anno di utilizzo, varia dal 4 al 27% a seconda dell’attenzione che si ha nel praticarlo. Inoltre, questo tipo di pratica anticoncezionale non evita la trasmissione di batteri e virus per via sessuale che sono contenuti nel liquido pre-eiaculatorio. È, quindi, importante avere sempre rapporti protetti mediante l’uso del preservativo invece di affidarsi al coito interrotto.
Come abbiamo visto, il metodo del coitus interruptus non è efficace per evitare gravidanze indesiderate, tutt’altro. Per questo motivo si può ricorrere al coito interrotto solo quando si mette in conto la possibilità di una gravidanza, anche se non la si cerca direttamente, e quando si è sicuri che il partner non possa trasmetterci malattie veneree.
Articolo originale pubblicato il 11 marzo 2019
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