Al cospetto di numerose possibilità di scelta efficaci a disposizione per la contraccezione femminile, quella maschile è attualmente possibile solo mediante preservativi (il cui uso non risulta sempre efficace), la vasectomia (che ha lo svantaggio di essere un’operazione chirurgica definitiva) e il coito interrotto (che non protegge da malattie trasmissibili e ha una bassa efficacia).

La difficoltà nella ricerca di una soluzione farmacologica valida anche per gli uomini risulta evidente considerando le grandi differenze imposte dalle due sfide: mentre la donna produce un singolo ovulo al mese, l’uomo produce quotidianamente milioni di spermatozoi. Ma da oggi, grazie ad una scoperta effettuata da un gruppo di studiosi del Dana-Farber Cancer Institute di Boston e del Baylor College of Medicine di Houston, che ne hanno pubblicato i risultati sulle pagine della rivista Cell, anche i maschietti potrebbero avere la loro “pillola”.

Il medicinale studiato avrà la capacità di rendere non fertile lo sperma, in maniera salutare e priva di rischi. Potrebbe essere dunque questa la nuova strada per mettere a punto una pillola anticoncezionale – non ormonale – maschile. Buona parte delle sperimentazioni condotte finora, si sono concentrate infatti sull’utilizzo di ormoni, in particolare androgeni, ma hanno ottenuto scarsi risultati.

Lo studio coordinato da James Bradner si è invece concentrato sullo studio delle potenzialità della piccola molecola sintetica JQ1 che è stata testata in oltre 350 laboratori sparsi nel mondo.

I primi successi ottenuti con questa nuova terapia, che deve ancora essere sperimentata sull’uomo, hanno ovviamente bisogno di lunghi periodi di verifiche ma offrono una nuova possibile strada nella ricerca di una pillola anticoncezionale maschile.

Qinglei Li, una degli autori della scoperta, ha dichiarato che “si tratta di una pillola basata su un composto chiamato JQ1, il quale composto funziona come un inibitore della produzione di sperma e della sua mobilità. Lavorando sui topi, abbiamo constatato che il composto influisce drasticamente sulla produzione di sperma e sembra, sinora, non riportare alcun effetto collaterale. Una volta che la somministrazione viene sospesa, i topi hanno ripreso la produzione normale di sperma ai tassi precedenti l’assunzione”.

Il composto rende dunque il topo maschio infertile in modo del tutto reversibile e senza intaccarne il desiderio sessuale. Gli effetti anti-fertilità, inoltre, non risultano avere effetti negativi sui livelli di testosterone degli animali e sul loro comportamento. Pare proprio che siamo sulla buona strada…

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  • Contraccezione