
Cause, rischi e controindicazioni dell’episiotomia o peritoneotomia, un intervento chirurgico effettuato durante il parto per facilitare l'espuls...
Dopo il parto alcune donne accusano forti dolori dovuti ad una cucitura "troppo stretta" in seguito all'episiotomia. Il termine inglese per definire il punto di sutura in più è "husband's stitch", o "punto del marito".
È una vaga sensazione di fastidio, che in alcuni casi si fa intenso al punto da sconfinare in un vero e proprio dolore. Le donne per lo più lo identificano come uno dei tanti effetti del post partum: e d’altronde nessuno pensava sarebbe stata una passeggiata mettere al mondo un umano in miniatura, no?
Questa, però, è una di quelle storie che si dicono sottovoce, e a cui, ascoltandola, viene da rispondere con un “ma va là”. Chi mai penserebbe a ricucire più del dovuto la vagina di una donna dopo il parto per l’esclusivo piacere del di lei marito? D’altronde è l’epoca del #metoo, delle rivendicazioni neo-femministe, di una sonora sveglia globale che squilla per i nostalgici de “il potere è uomo” e un po’ per tutti.
Suona anche per questo ancora più stonata l’idea che qualcuno (per di più un medico) possa prendersi la briga di infilare un punto di sutura in più alla vagina di una donna dopo un’episiotomia (cioè l’incisione che “allarga” il canale del parto per facilitare l’espulsione del bambino) e farlo, poi, non per ragioni di salute ma per “garantire” il piacere sessuale del compagno – maschio, va da sé – della fresca partoriente.
Eppure. Eppure è una faccenda seria. Perché quella strana sensazione che qualcosa sia diventato un po’ “troppo stretto” lì sotto la riportano molte donne, pur senza sapere di preciso a cosa sia dovuto (e, spesso, senza avere risposte): in terra anglosassone si definisce, senza girarci troppo attorno, “husband’s stitch“, il “punto del marito”, o, più “affettuosamente”, “daddy’s stitch”.
Non serve per guarire dai segni lasciati dalla fuoriuscita di una creatura di qualche kg dalla propria pancia, eppure (zac!) viene messo lì, dice la leggenda (che ha più di qualche fondamento di verità) per stringere la via del piacere sessuale. Senza che alla diretta interessata sia chiesto nulla.
Uno dei rari documenti scientifici in cui compare un riferimento al punto di sutura “extra” è all’interno di un manuale di medicina dell’Associazione medica di Austin, Texas, datato 1885, che riporta una serie di audizioni di medici, tra cui un ginecologo:
Al dottor Geo Cupples è stato chiesto di spiegare cosa fosse il “punto del marito”, e lui ha risposto che mentre stava suturando il perineo di una donna sposata, il marito di lei osservava con ansia e attenzione, e una volta che il medico aveva applicato tutti i punti necessari, il marito ha sussurrato alle sue spalle: “Dottore, può mettere un altro punto?” Lui l’ha fatto, e l’ha chiamato “punto del marito”.
Difficile stabilire quale sia oggi (oltre che in passato) la reale diffusione del fenomeno, e ancora più difficile è riconoscere il “punto in più”, o, ancora il motivo per cui è stato praticato dopo il parto: eccesso di zelo, distrazione, volontà di far del bene facendo (involontariamente) del male?
A sbrogliare la matassa ha provato un articolo apparso sul magazine Healthline, che ha raccontato la storia di una donna di New Orleans, Sarah Harkins, che ha raccontato la propria esperienza con il “punto del marito”:
“Sì, procediamo e aggiungiamo un punto così siamo sicuri che sarà bella stretta“, ha detto il medico di Sarah Harkins a suo marito pochi minuti dopo la nascita della loro figlia. “Ero così scombussolata fisicamente, emozionalmente e mentalmente. Il dottore ne ha parlato a lui. Non a me… stavo solo lì distesa immobile”, ricorda Harkins.
In letteratura mancano evidenze scientifiche che confermino la pratica, e certo il caos psicofisico del post partum non aiuta. Tra le molte cose a cui una donna pensa una volta uscita dall’ospedale i dolori del corpo tendono a passare in secondo piano. Così come la ricerca delle loro cause.
Della pratica del “punto del marito” se ne parla per lo più sui forum: su Reddit, ad esempio, è stato aperto un canale di discussione dedicato all’articolo apparso su Healthline, dove medici, ostetriche e donne hanno raccontato la propria esperienza, confrontandosi tra mito e realtà: non sono poche le mamme che hanno riportato di aver subito, anche per molti anni, l’effetto negativo di una sutura che lascia una ferita aperta nel sistema sanitario, oltre a ricucire (in alcuni casi più del dovuto) il corpo delle donne.
Anche sul Forum di GravidanzaOnLine se ne parla da tempo, e a riguardo è stato creato un topic piuttosto diretto: “Mi hanno ricucita troppo“. Così scrive Lory:
Ieri visita dal ginecologo ed una serie di brutte notizie… oltre ad avermi prescritto accertamenti la dottoressa ha notato (dietro mia segnalazione di dolore al rapporto) che la sutura dell’episiotomia è stata… un po’ esagerata. Mi ha prescritto dei prodotti “lubrificanti”, ma ha anche aggiunto che si potrebbe fare una piccola incisione e “riaprire” un po’ l’ingresso vaginale.
Un’altra utente fa esplicito riferimento alla reazione (tutt’altro che dispiaciuta) del proprio compagno:
Anch’io ho avuto la certezza di essere stata ricucita troppo stretta (al “socio” non dispiaceva) invece secondo la ginecologa andava tutto bene anche se mi sono sempre chiesta come si faceva a ricordare com’era…
Una terza donna conferma: “Secondo me mi hanno dato un punto in più del dovuto… Comunque col tempo è passato, tanto tempo mannaggia“. Un’altra donna racconta:
Ho partorito ormai 4 mesi fa ma i rapporti sono tutt’ora molto dolorosi (pur usando un lubrificante) Ho la sensazione che fino a un certo punto si riesca a “passare” e poi c’è una strozzatura e lì fa male! È strettissimo!
Mio marito ovviamente non è dispiaciuto, anzi…
Sono solo alcune delle testimonianze che raccontano l’impressione comune a molte donne di essere state “ricucite” più del dovuto dopo l’episiotomia. Che si tratti di una sutura esagerata sì ma fatta a fin di bene o di una ingiustificabile strizzata d’occhio al partner maschil, non è possibile stabilirlo con certezza, né in senso assoluto. Ma del “punto del marito” non si smette di parlare, L‘Independent ad esempio ha spiegato:
Oltre al sessismo, il punto può anche provocare dolore alle donne durante i rapporti sessuali. Secondo la ginecologa Sheila F Newman la pratica di aggiungere un punto extra per il restringimento è “stupida”: “Se una cucitura è fatta troppo stretta può causare molto dolore nei rapporti successivi” e nelle rare occasioni in cui le è stato chiesto di praticare un “punto del marito” si è rifiutata categoricamente.
Anche il sito Scary Mommy, infine, si è occupato del “punto del marito”, senza nutrire dubbi riguardo la sua diffusione, ancora oggi:
Dopo la nascita il perineo è ricucito in modo da guarire insieme alla vagina. E qui c’è la sorpresa: a volte alle donne viene dato un punto in più durante l’operazione. La donna non sempre acconsente, e molte donne scoprono quel che sta accadendo quando il loro medico fa riferimenti a come le sue parti intime staranno meglio che mai. Suona terrificante e ridicolo, giusto? Perché lo è.
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