
Il Pap test è un esame di semplice esecuzione e serve per lo screening dei tumori del collo dell'utero: ecco come si svolge e quali sono i possibi...
Accompagnata spesso da imbarazzo e timori, la visita ginecologica è un momento importante per la salute della donna: ecco quello che c'è da sapere sul suo svolgimento e sulle sue diverse fasi.
Tra il timore di quel che succederà e la volontà di confermare che tutto vada bene, la visita ginecologica per molte donne rappresenta un momento di imbarazzo e timori, del tutto normali soprattutto durante le prime visite.
In assenza di patologie è consigliabile effettuare una visita ginecologica ogni due anni al massimo. Vediamo, con i consigli di un ginecologo, il dottor Salvatore Annona, come affrontare al meglio una visita ginecologica. Spiega Annona:
La visita ginecologica appartiene a quel gruppo di visite che nessuno vorrebbe mai fare, come quella dal dentista, o per problemi anali e urologici. Si avverte infatti una sorta di violazione della propria intimità, oltre alla paura pura e semplice di provare dolore.
In genere i medici consigliano di prenotare una visita ginecologica nell’arco delle settimane di intervallo tra una mestruazione e l’altra, quindi più o meno a metà del proprio ciclo mestruale.
Durante la prima visita ginecologica il medico chiederà alla donna alcune informazioni sulla sua storia clinica: è consigliabile informarsi per tempo delle familiarità con alcune malattie e fare mente locale di interventi chirurgici, allergie e disturbi o anomalie di cui si vuole discutere con il ginecologo.
Durante le 24 ore che precedono la visita è consigliabile non avere rapporti sessuali, lavare le parti intime senza utilizzare detergenti aggressivi ed evitare le lavande vaginali.
Innanzitutto la visita non comincia dall’ispezione vera e propria, ma con un colloquio tra il medico e la paziente. Il ginecologo si informa riguardo lo stato di salute della donna, la presenza di patologie pregresse o familiarità con alcune patologie (tumori e ipertensione, ad esempio) e su eventuali interventi chirurgici, allergie, se le mestruazioni sono dolorose, su eventuali gravidanze o aborti precedenti, sulle abitudini alimentari e ogni altra informazione utile per costruire l’anamnesi della paziente. Aggiunge Annona:
Tutto questo è fondamentale perché aiuterà lo specialista a orientare meglio le sue indagini e a valutare meglio i segni che potrà rilevare. Per esempio la data dell’ultima mestruazione potrà già orientare per una possibile gravidanza o meno.
Una volta terminato il colloquio la donna viene eventualmente invitata a fare pipì per liberare la vescica che potrebbe rendere più difficoltosa la visita. Una volta uscita dal bagno sarà invitata quindi a sedersi sulla sedia ostetrica, che per la sua forma può incutere qualche timore ma è costruita in modo da permettere al medico di effettuare la visita nel modo più approfondito ed efficace possibile.
A questo punto inizia la visita vera e propria: la paziente divarica le gambe mentre il medico si sistema di fronte alla sedia e ispeziona i genitali esterni per individuare eventuali lesioni o arrossamenti.
In questa fase è particolarmente importante la delicatezza del medico, che aiuta la paziente a rilassarsi il più possibile. Dopo questa prima osservazione si esegue l’esame attraverso lo speculum, strumento di materiale plastico che viene inserito all’interno della vagina e quindi divaricato per evidenziare le pareti della vagina e il collo dell’utero. Nel caso sia prescritto, in questo momento viene anche effettuato il pap-test.
Il Pap test è un esame di semplice esecuzione e serve per lo screening dei tumori del collo dell'utero: ecco come si svolge e quali sono i possibi...
Una volta terminato l’esame speculare, continua Annona, si effettua l’esplorazione bimanuale: il medico palpa utero e ovaie per controllarne la normalità o evidenziare eventuali tumefazioni o irregolarità.
La paziente spesso riferisce dolore in determinati punti, sui quali il ginecologo presterà particolare attenzione. La visita ginecologica può essere integrata da un controllo del seno, a discrezione della paziente e del ginecologo stesso, che potrà decidere di eseguirlo in prima persona o chiedere la consulenza di un senologo. La visita in tutto dura non più di 6 o 7 minuti, spesso anche meno, quando non vi sono particolarità o problemi di difficile soluzione.
Una volta conclusa la visita ginecologica la paziente si riveste e il medico anticipa la diagnosi (nel caso sia stato effettuato il pap-test bisogna aspettare i risultati di laboratorio, che arrivano dopo qualche giorno) o può prescrivere degli ulteriori approfondimenti, consigliando ad esempio un’ecografia transvaginale, che può anche svolgersi direttamente nel corso della stessa visita.
Una volta arrivato l’esito del pap-test, se è negativo significa che va tutto bene e non sono necessari ulteriori esami, se invece è positivo o dubbio saranno prescritte altre analisi, come la colposcopia.
Articolo originale pubblicato il 3 maggio 2018
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