Cose da sapere sulla Borreliosi o Malattia di Lyme in neonati e bambini

La malattia di Lyme può colpire anche neonati e bambini: ecco tutto quello che c'è da sapere.

Una malattia che si verifica soprattutto d’estate e in autunno e che in Italia, come riportato dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, colpisce prevalentemente il Friuli Venezia Giulia, la Liguria, l’Emilia Romagna, il Trentino Alto Adige, il Veneto e, come riportato dallo studio pubblicato su Medico e Bambino, anche in Sicilia. Parliamo della malattia di Lyme che deve il nome alla cittadina americana dove nel 1875 vennero segnalati i primi casi di questa infezione batterica trasmessa dalle zecche. Una malattia da non sottovalutare soprattutto perché, precisa l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) inizialmente tende a manifestarsi con sintomi lievi e non specifici per poi diffondersi anche al sistema nervoso e al cuore.

Cos’è la borreliosi o Malattia di Lyme

Il nome, spiega il Manuale MSD, della borreliosi (meglio nota come malattia di Lyme) deriva dai batteri spirocheta Borrelia spp. che sono responsabili dell’infezione. Si tratta di un’infezione batterica che può interessare la pelle, le articolazioni, il sistema nervoso e, anche se più raramente, anche il cuore e altri organi interni.

La Malattia di Lyme può colpire anche i neonati e i bambini

Tra le particolarità della malattia di Lyme c’è che può interessare anche i bambini piccoli con questi che hanno più possibilità di manifestare febbre e disturbi articolari rispetto agli adulti. Il Canadian Medical Association Journal (CMAJ) indica che i neonati sembrano essere più predisposti rispetto ai bambini più grandi a sviluppare infezioni disseminate, cioè situazioni in cui il batterio che causa la malattia di Lyme non resta solo nel punto del morso ma si diffonde nel sangue e può raggiungere gli altri organi. Inoltre, come evidenzia uno studio pubblicato su MDPI, se la malattia di Lyme viene invece contratta durante la gravidanza (e se non viene trattata), ci possono essere esiti avversi per la gestazione e per il neonato.

Borreliosi o Malattia di Lyme nei bambini: prevenzione, sintomi, diagnosi e trattamento

Come detto l’infezione si trasmette all’uomo tramite il morso delle zecche con l’incubazione che è mediamente di 14 giorni, ma può durare anche un mese. Nei bambini il principale sintomo è l’eritema cui seguono febbre, dolori muscolari e articolari, cefalea e stanchezza. In caso di coinvolgimento neurologico la malattia di Lyme può dare meningite asettica e paralisi o, se interessa il cuore, infiammazione e disturbi della conduzione. Tardivamente può provocare disturbi cognitivi e artrite (ricorrente o persistente).

A seconda dei sintomi e, quindi, dello stadio della malattia, varia la diagnosi. In presenza dell’eritema la diagnosi è esclusivamente clinica, mentre quando la malattia ha raggiunto una fase avanzata si ricorrere agli esami sierologici.

L’efficacia del trattamento, che si basa sull’assunzione degli antibiotici, dipende ovviamente dalla precocità con cui viene intrapreso. Nelle forme iniziali, caratterizzate dalla presenza di eritema, si utilizzano di solito farmaci per via orale. L’amoxicillina è la scelta più comune nei bambini piccoli, mentre nei maggiori di otto anni può essere prescritta la doxiciclina, che consente cicli più brevi. In alternativa si può ricorrere alla cefuroxima e, nei casi in cui le terapie standard non siano indicate o non vengano tollerate, anche all’azitromicina.

Se la malattia interessa il sistema nervoso o il cuore, il trattamento diventa più complesso e richiede spesso antibiotici per via endovenosa. L’artrite di Lyme, che può comparire nelle fasi più avanzate, richiede cicli più lunghi, generalmente di quattro settimane. Se i sintomi persistono, può essere necessario un secondo ciclo e, nei casi più complessi o resistenti, una terapia endovenosa con ceftriaxone per due o quattro settimane.

Un intervento tempestivo e adeguato consente di ridurre il rischio di complicanze e di ottenere nella maggior parte dei casi una guarigione completa. Le possibili complicanze della malattia di Lyme sono la cosiddetta reazione di Jarisch-Herxheimer e la sindrome post-trattamento (PTLDS). La reazione di Jarisch-Herxheimer, spiega il Centro di Simulazione Meyer, è una risposta infiammatoria che si verifica all’inizio della terapia antibiotica che si risolve in 12-24 ore mediante l’assunzione di antipiretici o corticosteroidi. Nel caso della sindrome post-trattamento, invece, alcuni bambini hanno sintomi persistenti (affaticamento, cefalea, dolori articolari o muscolari e difficoltà cognitive) anche dopo una terapia efficace.

Anche considerando la gravità della malattia, è molto importante investire sulla prevenzione. Essa si basa sostanzialmente sull’evitare i morsi di zecca, motivo per cui è raccomandato indossare abbigliamento protettivo (pantaloni lunghi, calze chiare, cappello), evitare le aree a rischio, utilizzare repellenti per insetti e, dopo le escursioni, controllare la pelle e i vestiti facendo una doccia entro due ore dal rientro. Particolare importanza va rivolta anche agli animali domestici prevedendo l’utilizzo di antiparassitari così da evitare di trasportare le zecche in casa. Nel caso in cui si individuasse una zecca non va schiacciata ma rimossa con delle pinzette sottili afferrandola il più possibile vicino alla pelle per poi tirare energicamente. Dopo la rimozione disinfettare la zona colpita e consultare uno specialista per valutare l’adeguata profilassi antibiotica.

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