La gola arrossata è uno dei sintomi tipici del mal di gola nei bambini, una malattia di per sé lieve e non preoccupante ma responsabile di dolori, fastidi e conseguenze da non sottovalutare.

Quando si parla di mal di gola, si fa riferimento a un’ampia gamma di condizioni che interessano la relativa regione anatomica che va dalla parte posteriore della bocca fino ai passaggi che raggiungono i polmoni e lo stomaco. Dal punto di vista medico, come precisato dal Manuale MSD, la gola viene chiamata faringe e comprende le tonsille, l’ugola, la laringe e l’epiglottide.

A seconda della zona interessata, si parla di faringite (coinvolgimento della parte posteriore della bocca posta dietro le tonsille), tonsillite (infiammazione delle strutture che si trovano ai lati delle ugole) e laringite (la zona tra la faringe e la trachea dove si trovano le corde vocali).

Comunemente, spiega l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, si parla di faringotonsillite per indicare proprio l’infiammazione che coinvolge sia la faringe che le tonsille.

Le cause della gola arrossata nei bambini

A essere responsabile della gola arrossata nei bambini c’è innanzitutto la composizione delle tonsille. Il Manuale MSD chiarisce come queste strutture, infatti, contengano tessuto linfoide, ovvero una parte del sistema immunitario, motivo per cui questa zona viene frequentemente, soprattutto nei più piccoli, infettata dai numerosi organismi che entrano nella gola e nel naso.

Le cause di queste infezioni sono da individuare prevalentemente nei virus, come quelli del raffreddore (Rhinovirus, virus influenzali e parainfluenzali) e solo meno comunemente (circa il 30% dei casi) dallo Streptococco di tipo B. La faringite di tipo batterica è rara nei bambini sotto i 3 anni, mentre è più comune nei bambini dai 5 ai 15 anni.

I sintomi associati all’arrossamento della gola

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Fonte: iStock

Generalmente l’arrossamento della gola si associa all’ingrossamento dei linfonodi e delle tonsille (con segni biancastri di pus), al dolore durante la deglutizione e alla comparsa di piccole macchie rosse sul palato. In presenza di un esantema, potrebbe trattarsi della scarlattina.

La distinzione e l’interesse per individuare se l’arrossamento della gola è di origine virale o batterica è legato all’individuazione del trattamento più adeguato. Solo le forme batteriche (e neanche tutte), infatti, richiedono il ricorso all’antibiotico.

L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù chiarisce come solamente le faringotonsilliti da streptococco beta emolitico di gruppo A (SBEGA) richiedono il trattamento mediante antibiotico. In generale (anche se la realtà è meno marcata), l’arrossamento della gola causato da un virus si accompagna anche a tosse, raffreddore, raucedine e congiuntivite.

Come prevenire la gola arrossata nei bambini

Il mal di gola responsabile dell’arrossamento della faringe si trasmette maggiormente mediante le goccioline respiratorie.

Il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) spiega come starnuti e colpi di tosse, ma anche il semplice parlare, producano le goccioline respiratorie attraverso le quali si può trasmettere l’infezione. Inspirare queste goccioline o toccare (e poi portare alla bocca o al naso) oggetti contaminati può causare il mal di gola e il relativo arrossamento.

La prevenzione, quindi, passa dall’adozione di misure igieniche e comportamentali quali il lavarsi frequentemente le mani ed evitare i contatti stretti con soggetti con mal di gola o raffreddore (come gli asili).

I rimedi casalinghi e i farmaci utili

La conferma diagnostica della causa responsabile della gola arrossata nei bambini avviene esclusivamente mediante tampone faringeo, ma più comunemente è sufficiente una valutazione medica per ottenere indicazioni su quali trattamenti e comportamenti adottare.

In presenza di una forma batterica di infezione alla gola, si procede con la terapia antibiotica, che ha lo scopo di ridurre la durata dei sintomi, prevenire le principali complicazioni e ridurre il rischio di trasmissione dello Streptococco.

Sia le infezioni virali che quelle batteriche richiedono alcuni accorgimenti. Il ricorso al paracetamolo (per i bambini con meno di 6 mesi) o all’ibuprofene (per i più grandi) è utile per alleviare la febbre e il mal di gola molto forte. Considerando come uno dei sintomi tipici di questa condizione è la difficoltà a deglutire per il dolore, è fondamentale che il bambino sia idratato ed è quindi utile invitarlo a bere frequentemente acqua e altre bevande e cibi morbidi e semi-liquidi.

Si rivelano utili anche i gargarismi con acqua salata, mentre sono da evitare gli spray da spruzzare in gola e le caramelle. Per i bambini sotto i 4 anni sono sconsigliati anche i comuni medicinali da banco, e per quelli da utilizzare con i bambini più grandi è sempre raccomandato il consulto con il pediatra.

Quando consultare il pediatra?

Le faringotonsilliti di origine batterica sono quelle che possono portare a diverse complicazioni. Queste possono interessare il cuore, il sistema nervoso centrale (Pediatric Autoimmune Neuropsychiatric Disorders Associated with Streptococcal Infections, PANDAS), il rene (glomerulonefrite acuta post-infettiva) e le articolazioni (malattia reumatica).

Inoltre l’Harvard Health Publishing dell’Harvard Medical School segnala come la gola arrossata nei bambini possa essere il segno di una stomatite o di un ascesso peritonsillare o retrofaringeo.

Viene quindi raccomandato di rivolgersi al pediatra quando il bambino ha difficoltà a respirare o a deglutire (soprattutto se sbava), se ha la febbre alta, se beve poco o niente, se il dolore è particolarmente forte, in presenza di eruzioni cutanee e nel caso in cui il bambino fosse particolarmente assonnato.

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  • Bambino (1-6 anni)