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La gravidanza è una condizione oggetto di tanti miti, pregiudizi e luoghi comuni. Tante le ragioni dietro questo approccio culturale nei confronti di un periodo nel quale si verificano profondi cambiamenti. Tra i più evidenti ci sono quelli che interessano la pelle e, di conseguenza, l’aspetto delle gestanti. Questa particolarità scatena tutta una serie di reazioni per cui si tende, da una parte, a criticare una donna che si prende cura del proprio aspetto durante la gravidanza (esasperando quanto già avviene normalmente) e, dall’altra, a sostenere la pericolosità di alcuni trattamenti di bellezza. Ma non sempre è così ed è importante sgomberare il campo da tutti quei falsi miti sulla beauty routine delle donne incinte.
Per comprendere meglio quali sono i miti sulla cura dell’aspetto delle donne in gravidanza è importante capire come cambia la pelle nelle settimane che vanno dal concepimento al parto. Alla base dei più comuni cambiamenti della pelle durante la gravidanza c’è l’aumento elevato dei livelli di estrogeni e progesterone. Questo insieme di fattori provoca diverse alterazioni.
Innanzitutto c’è un’iperpigmentazione dovuta all’eccessiva attività dei melanociti (le cellule della pelle che producono la melanina). Questa condizione può portare al melasma (formazione di chiazze di colore scuro), alla linea alba (lo scurimento della linea mediana sull’addome) e lo scurimento della zona intorno ai capezzoli. Queste alterazioni, comuni in gravidanza, sono conseguenza dell’aumento di produzione di melanina da parte della placenta.
Parallelamente si può andare incontro alla comparsa dell’acne e delle smagliature. L’acne (che può comparire o peggiorare in gravidanza) è l’effetto dell’aumento del progesterone che può contribuire a favorire l’ostruzione dei pori e la crescita dei batteri responsabili di questa condizione. Lo stiramento rapido e improvviso della pelle, dovuto dall’aumento del volume dell’utero e il conseguente adattamento del corpo femminile, è alla base della rottura delle fibre di collagene ed elastina che determina la comparsa delle smagliature.
A tutto questo, come riportato dal Manuale MSD, si aggiungono due patologie cutanee che si verificano esclusivamente durante la gravidanza. Si tratta dell’eruzione polimorfa della gravidanza e l’herpes gravidico.
A questo punto possiamo analizzare quelli che sono i principali prodotti solitamente utilizzati per la cura della pelle e che in gravidanza necessitano di una diversa considerazione. Per esempio i retinoidi, i derivati della vitamina A usati in dermatologia e cosmetica per il trattamento di acne, invecchiamento cutaneo e iperpigmentazione, sono da evitare per il potenziale rischio teratogeno associato al loro utilizzo. Similmente, come indicato anche dall’American Academi of Dermatology Association (AAD), i farmaci orali a base di tetraciclina e spironolattone, utilizzati per il trattamento dell’acne, andrebbero evitati per il rischio di causare gravi difetti alla nascita.
Oltre ai prodotti cosmetici, anche alcuni trattamenti termici (come idromassaggio, saune e bagni turchi) sono sconsigliati, soprattutto nel primo trimestre di gravidanza. In questi casi la preoccupazione è legata al rischio di ipertermia che può aumentare la possibilità di difetti alla nascita.
Sempre nel primo trimestre andrebbero evitati gli oli essenziali per il rischio legato alla possibilità di effetti avversi sul nascituro e la maggiore probabilità di contrazioni uterine. Inoltre la loro ingestione può causare aborto spontaneo o parto pretermine.
Sono invece considerati sicuri, come indicato anche dal portale WebMD, gli smalti e la manicure. L’esposizione minima al propan-2-one (l’acetone con cui si realizzano gli smalti per le unghie) non rappresenta un pericolo per la salute e anche le donne che lavorano in attività professionali in cui l’esposizione all’acetone è maggiore, utilizzano misure di sicurezza con le quali si riducono i livelli di esposizione. Motivo per cui fare manicure e pedicure in gravidanza è considerato sicuro.
Viene suggerita, invece, prudenza nell’utilizzo dell’acido salicilico presente negli acidi esfolianti. Basse concentrazioni sono solitamente tollerate, ma il timore è legato al rischio (teorico) di assorbimento sistemico di questa sostanza.
Sono infine sconsigliati anche altri ingredienti (parabeni, fragranze, alcol, triclosan, BPA), conservanti (fenossietanolo, benzil benzoato), coloranti artificiali, talco e alluminio in polvere che, proprio per la maggiore sensibilità della pelle in gravidanza, possono causare irritazione.
L’idea che smalto e trattamenti per le unghie siano pericolosi non trova conferme cliniche. Manicure e pedicure sono considerate pratiche sicure, a patto che vengano eseguite in ambienti ben aerati e con strumenti correttamente igienizzati.
I profumi non sono dannosi per il feto. Discorso diverso, invece, per la nausea che può essere accentuata, soprattutto nel primo trimestre, per l’aumentata della sensibilità agli odori.
Un bagno caldo non rappresenta un pericolo in sé se l’acqua resta a temperatura moderata. Il vero rischio è legato al surriscaldamento, che può verificarsi più facilmente in saune e vasche idromassaggio, dove la temperatura corporea può salire rapidamente.
Tingere i capelli in gravidanza è generalmente sicuro. Per maggiore cautela si consiglia di attendere il secondo trimestre e di preferire tecniche che limitino il contatto diretto con il cuoio capelluto, come riflessi e tinte semipermanenti.
Il trucco non è vietato durante la gravidanza. La maggiore reattività della pelle può però richiedere preferibilmente l’utilizzo di prodotti più delicati, privi di alcol, fragranze e sostanze potenzialmente irritanti.
Le lozioni autoabbronzanti sono considerate una delle alternative più sicure per ottenere un colorito uniforme senza esporsi ai raggi ultravioletti.
Le creme non possono annullare la comparsa delle smagliature la cui origine è da individuare soprattutto nella predisposizione genetica. L’idratazione costante e il massaggio quotidiano delle aree più soggette allo stiramento aiutano a migliorare l’elasticità superficiale della pelle.

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