Gestione della rabbia nei bambini e negli adolescenti: i segnali da non sottovalutare

Perché i bambini di tutte le età hanno queste reazioni scomposte? Quando è il caso di preoccuparsi? Parliamone.

Quante volte aprendo i vari social, compaiono reel di professionisti che mostrano episodi di scatti d’ira improvvisi, urla, pianti inconsolabili e altre forme di rabbia nei bambini e negli adolescenti? La sensibilità intorno all’argomento è molto elevata sia con l’obiettivo di tutelare la crescita dei bambini che per evitare che i genitori, frustrati (e impotenti) più dei loro figli, adottino comportamenti sbagliati. Nella consapevolezza dei processi di regolazione emotiva che interessano in modo particolare i bambini e gli adolescenti è importante distinguere tra quelli che sono normali momenti di frustrazione legati alla crescita e veri e propri comportamenti aggressivi o esplosioni di collera che nascondono difficoltà più profonde.

Come spesso accade l’arduo compito di muoversi lungo la linea sottile che separa le due realtà spetta ai genitori, che devono quindi essere informati sulla gestione della rabbia nei bambini e negli adolescenti.

Cos’è la rabbia

L’Associazione Italiana di analisi e modificazione del comportamento e Terapia Comportamentale e Cognitiva (AIAMC) definisce la rabbia come uno “stato affettivo intenso” con il quale facciamo i conti fin dall’inizio della nostra vita. È un’emozione primaria e innata che si attiva in risposta a degli stimoli, interni o esterni e ha come scopo quello di, in risposta all’istinto di difesa, di reagire di fronte a una realtà considerata ingiusta. Per quanto culturalmente considerata negativamente, è un’emozione che si rivela fondamentale per lo sviluppo emotivo e sociale di una persona. Non va, quindi, soffocata, represso o eliminata, ma gestita. La maturazione e la crescita, quindi, passano proprio dalla gestione della rabbia.

La rabbia si manifesta con diversi effetti, soprattutto di tipo fisico: aumento della pressione sanguigna, abbassamento dei neurotrasmettitori legati al piacere e tensione muscolare, specialmente nei muscoli del viso, delle mani, delle braccia, dei piedi e delle gambe. Una mancata riduzione della rabbia può portare a problemi cutanei, mal di testa, nausea e disturbi del sonno.

Perché bambini e adolescenti hanno queste reazioni

Per capire la causa e i meccanismi alla base della rabbia è utile distinguere tra bambini e adolescenti. Nei primi anni di vita, infatti, la rabbia è generalmente una conseguenza di una sensazione di frustrazione, delusione, tristezza o imbarazzo. Si tratta di una reazione a sentimenti che non sono ancora in grado di gestire. Inoltre nei più piccoli spesso la rabbia è causata anche dalla fame o dalla stanchezza.

Comunemente i bambini hanno episodi di rabbia quando si sentono insicuri o incapaci, quando non riescono subito in un’attività che stanno svolgendo, quando le loro aspettative non vengono rispettate o quando non riescono a controllare l’impazienza. Inoltre, essendo ancora in fase evolutiva e di apprendimento, hanno una scarsa capacità di regolazione emotiva con un’immaturità delle aree cerebrali coinvolte nel controllo degli impulsi. Non vanno poi escluse le possibili cause riconducibili a fenomeni di abusi, violenze e traumi, oltre che al vivere in contesti educativi instabili, stressanti, incoerenti o rigidi, responsabili di frustrazione. Anche disturbi sottostanti come ansia, ADHD e disturbo oppositivo-provocatorio possono portare a scatti di rabbia.

Discorso un po’ diverso negli adolescenti. Questa è una fase di transizione che è caratterizzata da un aumento della ricerca di sensazioni forti. Vi è comunque, come spiegato dal Child Mind Institute, un incompleto sviluppo cerebrale, in modo particolare quello della corteccia prefrontale responsabile del controllo degli impulsi.

A influire sono anche i cambiamenti ormonali con i livelli di testosterone ed estrogeni aumentano e possono incidere sull’umore in maniera significativa, contribuendo a sbalzi emotivi e reazioni improvvise. Un altro elemento da considerare è la disregolazione emotiva fisiologica, una condizione comune in questa fascia d’età. I ragazzi possono essere ipersensibili agli stimoli emotivi, reagire in modo eccessivo rispetto agli eventi e impiegare molto tempo per tornare a uno stato di calma. In questo quadro la rabbia diventa non solo un’emozione ricorrente, ma anche una modalità disfunzionale di risposta al disagio che vivono.

Inoltre, come evidenziato in questo studio, un ruolo importante ce l’ha anche il clima familiare. Se questo è povero di espressione affettiva, oppure troppo controllato, può portare gli adolescenti a manifestare la rabbia con maggiore frequenza e intensità, anche a livello fisico. Infine, non va sottovalutata la possibile presenza di disturbi psicologici come depressione, ansia o stress post-traumatico, che possono alimentare scoppi di rabbia, irritabilità e comportamenti oppositivi. Le pressioni scolastiche, i conflitti con i coetanei, il senso di inadeguatezza e il bisogno di affermazione completano il quadro di una fase della vita tanto delicata quanto intensa.

I segnali d’allarme

Se è vero che molte delle cause della rabbia nei bambini e negli adolescenti possono essere considerate fisiologiche, come distinguere una situazione normale da una di cui preoccuparsi? Un parametro di valutazione molto utile arriva dal saggio pubblicato su Quaderni di Psicoterapia Cognitiva dove si spiega che i comportamenti problematici, negli adolescenti, sono quelli che incidono in modo significativo sul funzionamento del ragazzo. Questi 7 elementi possono tornare utili per i genitori per dirimere se un comportamento è tipico o motivo di preoccupazione:

  • sbalzi d’umore
  • attenzione al proprio aspetto fisico
  • difficoltà di concentrazione e calo della motivazione
  • conflittualità familiare
  • curiosità verso sostanze e comportamenti a rischio
  • desiderio di privacy
  • interesse per la tecnologia e i social media

È normale che un adolescente viva frequenti cambiamenti emotivi, ma quando la malinconia diventa intensa, persistente o si accompagna a pensieri depressivi o idee suicidarie, è necessario prestare particolare attenzione. Allo stesso tempo è tipico che i ragazzi si preoccupino di più della propria immagine e del corpo. Preoccupano invece forme di perfezionismo rigido, ideali estetici irrealistici e comportamenti alimentari scorretti come restrizioni estreme, abbuffate o condotte di eliminazione.

Può succedere che durante l’adolescenza ci sia una momentanea perdita di interesse per lo studio. Quando però la distrazione diventa pervasiva e compromette in modo evidente il rendimento scolastico può essere un segnale di disagio più profondo.

Discussioni e atteggiamenti polemici con i genitori sono abbastanza comuni in questa fase. Ci si deve preoccupare invece in presenza di aggressioni fisiche o verbali, fughe da casa, e una costante difficoltà a rispettare regole e figure di autorità. Una sperimentazione occasionale con tabacco, alcool o droghe leggere può rientrare nella ricerca di esperienze. Diventa però un campanello d’allarme quando si passa a un uso abituale o all’abuso, soprattutto se accompagnato da comportamenti pericolosi come lo spaccio o una sessualità non protetta e promiscua.

È normale che gli adolescenti richiedano più spazio e autonomia, ma se si arriva a interrompere la comunicazione con la famiglia, isolarsi, mentire costantemente o nascondere sistematicamente le proprie attività, è importante intervenire. Infine, gli adolescenti sono naturalmente attratti dalle nuove tecnologie e dai social. Quando però passano molte ore davanti allo schermo, iniziano relazioni con partner conosciuti online o antepongono sistematicamente le relazioni virtuali a quelle reali, è necessario monitorare e offrire supporto.

Come insegnare ai bambini a gestire la rabbia: 5 consigli

I genitori, ma anche la scuola e gli educatori, hanno il compito di aiutare i bambini e gli adolescenti a imparare a fare i conti con questa reazione esplosiva. Un’emozione da non condannare o ignorare, ma da gestire per evitare che faccia danni, a sé stessi e agli altri.

1-Ascoltare i figli

Il primo consiglio è quello di scendere da un piedistallo di giudizio e condanna e avere la pazienza di ascoltare i ragazzi. Farlo non significa giustificare comportamenti sbagliati, ma dare al bambino e all’adolescente la comprensione di cui hanno bisogno. Dall’ascolto si arriva al dialogo e, quindi, alla possibilità di capire, sfogare e individuare possibili soluzioni. Un processo complesso e faticoso che è parte del modo di insegnare a gestire la rabbia.

2-L’esempio

Può apparire retorico, ma bambini e adolescenti imparano molto dal comportamento delle proprie figure di riferimento. È quindi importante che i genitori per primi imparino a regolare le proprie emozioni, anche con un linguaggio del corpo adeguato così da trasmettere al bambino un insegnamento efficace.

3-La gestione della rabbia

Esistono diverse strategie per calmare i bambini ed educarli alla gestione della rabbia. Una particolarmente interessante è quella basata su questi cinque passaggi: Spiegare, Descrivere, Normalizzare, Accogliere e Incanalare. Innanzitutto va spiegato al bambino di riconoscere e dare un nome all’emozione che sta vivendo. Quindi va invitato a descriverla spiegandogli che è normale provare una sensazione simile. Lo step successivo riguarda l’accettazione dell’emozione e, solo successivamente, incanalarla tramite tecniche di rilassamento, esercizi di respirazione, disegni, esercizio fisico e attività utili a scaricare le tensioni.

4-L’uso del gioco

Per i bambini piccoli è molto utile anche il gioco, specialmente quelli non competitivi, che aiutano a disinnescare rabbia e frustrazione. Questi giochi permettono di svolgere quel percorso di riconoscimento, accettazione, definizione e rilassamento, in modo comprensibile per il bambino.

5-Chiedere aiuto

Quando le precedenti strategie non si sono rivelate efficaci o la situazione è particolarmente difficile e critica, è fondamentale chiedere un aiuto professionale. Esistono diversi approcci clinici con i quali aiutare l’adolescente a individuare i fattori scatenanti, interrompere il comportamento negativo e migliorare la gestione della rabbia.

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  • Salute e Benessere