
Dedicare qualche minuto al giorno alla mobilizzazione del pavimento pelvico, mediante esercizi di ginnastica perineale, può rivelarsi un vero e pr...
Ogni donna, dopo la nascita di un figlio, sperimenta i cosiddetti dolori post parto che interessano sopratutto le strutture muscolari, ossee e articolari del corpo. Pubalgia, lombalgia e dolori muscolari addominali sono i disturbi più comuni. Ecco da cosa scaturiscono e come affrontarli.
I dolori post parto colpiscono la stragrande maggioranza delle neo-mamme nel periodo immediatamente successivo al termine della gravidanza, il cosiddetto puerperio. Il parto, infatti, è un evento tanto importante quanto traumatico per le strutture osteoarticolari e il sistema muscolare di una donna. Questa fase di “assestamento” può durare 40 giorni o più: un tempo fisiologico necessario perché l’equilibrio psico-fisico ritrovi la giusta armonia.
Lombalgia e pubalgia sono i disturbi più comuni, ma a seconda dei casi, dell’età e del tipo di parto (naturale o cesareo) il dolore può presentarsi nelle modalità e intensità più diverse. Ecco come affrontare questo delicato periodo e cosa fare per alleviare i dolori post parto più comuni.
Soprattutto dopo un parto naturale, i dolori muscolari sono una costante quasi immancabile. Essi si concentrano sopratutto nella zona addominale e perianale e sono dovuti allo sforzo “eccezionale” a cui i tessuti sono stati sottoposti durante il parto. A volte anche i punti di sutura possono essere causa di dolore.
Dolori addominali, perianali e cefalee sono senz’altro i disturbi post parto più comuni. I primi si localizzano sopratutto intorno all’ombelico e scaturiscono da piccole contrazioni che servono a riportare gradualmente l’utero nelle dimensioni normali. Questi dolori sono detti anche “morsi uterini” e si possono presentare anche in caso di parto cesareo.
Si tratta di una condizione del tutto normale che tende ad attenuarsi spontaneamente nel tempo. Nel caso in cui diventino troppo intensi, meglio rivolgersi ad uno specialista o al proprio ginecologo per fugare il rischio di infezioni o complicazioni più serie.
Come detto, sono le forti contrazioni dell’utero subito dopo l’espulsione della placenta a provocare la maggior parte dei dolori muscolari post parto. Essi durano per circa un mese, ma possono perdurare per tutto il periodo dell’allattamento, stimolate dalla secrezione di ossitocina.
I dolori muscolari a carico della zona perineale sono causati dallo stiramento o lo strappo dei tessuti che circondano il perineo. Questi tessuti, durante il parto, possono aver subito traumi e lacerazioni per favorire l’espulsione del bambino.
Il mal di testa, che colpisce il 20-40% delle donne nei giorni successivi al parto, è più che altro una cefalea da sforzo dovuta allo sforzo muscolare profuso durante il travaglio e il parto.
I disturbi fin qui descritti si risolvono spontaneamente col trascorrere dei giorni. Per attenuarli – oltre ad una eventuale terapia farmacologica che solo lo specialista potrà indicare – è consigliabile procedere all’auto-massaggio che nella maggior parte dei casi si rivela davvero efficace.
Anche l’uso di una pancera può essere di aiuto. La pancera post-parto, infatti, serve a mantenere compressa la zona addominale e aiuta aiuta a sostenere i muscoli attenuando il dolore. Le donne reduci da un parto naturale senza complicazioni, infine, possono iniziare una blanda attività fisica con passeggiate, yoga e l’esecuzione degli esercizi di Kegel post parto che servono a rieducare il perineo e a ridare tonicità ai muscoli del pavimento pelvico.
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I dolori articolari post parto sono assolutamente prevedibili e fisiologici. Coinvolgono tutte le articolazioni, in particolare quelle del bacino, la colonna vertebrale e la zona lombo-sacrale.
Ne consegue dolore pubico più o meno accentuato, dolore vertebrale e stati dolorosi anche a carico di braccia, gambe, piedi e mani causati sia dallo sforzo del parto che dalle alterazioni dei precedenti mesi di gestazione.
In questo caso, le manifestazioni dolorose più frequenti sono lombalgia, pubalgia e cervicalgia. Durante il parto, ossa pubiche e vertebre possono incurvarsi e le spinte comportano un aumento di volume delle ossa del bacino con conseguente dolore articolare.
La causa di questi disturbi, in genere, è connessa alla dilatazione del bacino durante il parto. Oltre allo stress legamentoso e muscolo-tendineo a cui abbiamo già accennato, i movimenti articolari “innaturali” a carico dell’osso pubico e delle articolazioni del bacino comportano dei veri e propri traumi.
Lombalgia e pubalgia, in particolare, dipendono da fattori di tipo posturale, dal peso eccessivo acquisito nei mesi di gravidanza, da fattori ormonali e da stress psico-emozionale dovuto al forte stress pre e post parto.
Anche queste affezioni tendono a regredire spontaneamente nel tempo. Per alleviare il dolore, uno dei possibili trattamenti può essere quello suggerito dall’osteopatia. Niente farmaci, ma solo tecniche manuali praticate da un esperto dopo un’attenta valutazione della storia clinica della neo-mamma.
Altre terapie riabilitative che si rivelano efficaci contro i dolori della pubalgia o della lombalgia, sono tutte quelle pratiche tese a rafforzare e ridare elasticità alla colonna vertebrale, la muscolatura e la zona pelvica.
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Un adeguato esercizio fisico, stretching, nuoto e l’utilizzo di scarpe comode aiutano senz’altro a ridurre il dolore e favoriscono la ripresa funzionale delle strutture ossee e articolari. Tali attività indicate per i dolori post parto sono da valutare e intraprendere sempre gradualmente e dietro consulto medico.
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