Avevano denunciato TikTok per la morte della figlia. Il giudice assolve il social

Nylah Anderson, 10 anni, è scomparsa il 12 dicembre del 2021 dopo aver partecipato alla Blackout Challenge proposta dall'algoritmo della piattaforma. La famiglia "continuerà a lottare per rendere sicuri i social media":

TikTok è stato di nuovo al centro di una vicenda drammatica che ha portato alla morte una bambina di 10 anni, Nylah Anderson, scomparsa il 12 dicembre del 2021 dopo aver partecipato a una challenge (una “sfida”) in cui si è imbattuta attraverso il social. La madre della piccola aveva quindi incolpato la piattaforma, ma ora la sentenza americana ha respinto la denuncia.

Si trattava della Blackout Challenge, promossa dall’algoritmo di TikTok, nella quale i partecipanti dovevano provare il soffocamento fino a svenire. Secondo il giudice, tuttavia, la società sarebbe immune dalla causa, protetta da un articolo della Federal Communications Decency Act. “Un’immunità conferita dal Congresso, non dai tribunali“, si legge nella sentenza.

Non è la prima bambina che muore in seguito a questa sfida specifica. Nello stesso anno, Lalani Erika Walton, 8 anni, e Arriani Jaileen Arroyo, 9 anni, perdevano la vita a causa della Blackout Challenge. Anche in questo caso, come si legge in un articolo di Roba da donne, i genitori avevano fatto causa al social network.

Nonostante l’assoluzione della piattaforma nella causa di Nylah Anderson, la famiglia ha fatto sapere tramite avvocati che: “continuerà a lottare per rendere sicuri i social media in modo che nessun altro bambino venga ucciso dal comportamento sconsiderato dell’industria dei social“.

La madre aveva trovato la bambina appesa ad una corda nella sua camera da letto, dopo che sullo smartphone aveva appreso l’esistenza della challenge. Portata d’urgenza in ospedale la piccola era morta dopo essere rimasta per cinque giorni nel reparto di terapia intensiva pediatrica. “Lei era una farfalla, era tutto per me, era una bambina felice“, le parole della mamma, Tawainna Anderson.

TikTok, insieme alla società cinese ByteDance che lo ha sviluppato, ha chiesto di archiviare il caso ai sensi della Sezione 230 del Communications Decency Act, secondo cui non possono essere ritenuti responsabili per la pubblicazione di contenuti di terze parti, nonostante le tragiche conseguenze a cui la bambina sarebbe stata spinta vedendo un contenuto caricato sulla piattaforma. Il giudice ha commentato:

La morte di Nylah Anderson è stata causata dal suo tentativo di accettare la Blackout Challenge. Gli imputati non hanno creato la sfida, piuttosto, lo hanno reso prontamente disponibile sul loro sito… Accoglierò quindi la mozione degli imputati per motivi di immunità.

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