Era ora!!! Finalmente dal 1 gennaio l’analgesia epidurale per il controllo del dolore nel travaglio e nel parto naturale sarà a carico del Sistema Sanitario Nazionale, come previsto dal decreto Balduzzi. Questo vuol dire che tutte le donne che dovranno sottoporsi a questo tipo di trattamento pre-parto, lo potranno fare gratuitamente in tutti gli ospedali d’Italia e a qualsiasi ora.

Nei nuovi Lea, i livelli essenziali di assistenza, viene infatti prevista “una maggiore diffusione dell’analgesia epidurale”, prevedendo che le Regioni individuino nel proprio territorio le strutture che effettuano tali procedure e che sviluppino appositi programmi per diffonderne l’utilizzo.

Queste prestazioni dovevano già essere incluse nei LEA previsti con il DPCM del 23 aprile 2008 voluto dall’ex Ministro Turco, ma mai entrato in vigore per un vizio – pare – di copertura finanziaria. Ma stavolta, per recuperare le risorse non saranno cancellate delle patologie già esistenti, ma si lavorerà sull’appropriatezza delle prestazioni. Un esempio? Il tunnel carpale e la cataratta non saranno più un servizio ospedaliero ma ambulatoriale.

L’analgesia epidurale permette alla donna di essere vigile durante il parto, ma di soffrire molto meno il dolore, ma fino a qualche giorno fa era offerta da solo 2 strutture pubbliche su 10 e con un numero di prestazioni giornaliere limitato.

Per capire l’importanza di questa inclusione, si consideri che attualmente solo l’11-12% delle partorienti si avvale dell’anestesia epidurale mentre quasi il 40% ricorre al parto cesareo, certamente più costoso per il SSN (maggiori costi di ospedalizzazione per operazione chirurgica e degenza prolungata rispetto al parto ordinario o in analgesia) e sconsigliato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per il pericolo che l’operazione comporta alla partoriente.

Insieme all’epidurale entreranno a far parte dei Lea, anche 110 nuove malattie rare e 5 patologie croniche.

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