Nel 2016 i bambini iscritti all’anagrafe sono stati 473.438, oltre 12 mila in meno rispetto al 2015. Nell’arco di 8 anni (dal 2008 al 2016) le nascite sono diminuite di oltre 100 mila unità. È quanto scaturisce dal rapporto dell’Istituto Nazionale di Statistica Natalità e fecondità della popolazione residente – anno 2016.

Questo calo avviene essenzialmente per due motivi: le donne italiane in età fertile sono sempre meno numerose e mostrano una tendenza decrescente ad avere figli.

Dal 2012 diminuiscono di 7 mila unità anche i nati con almeno un genitore straniero, pari a poco più di 100 mila nel 2016 (21,2% del totale). Tra questi, a calare in maniera più accentuata sono i nati da genitori entrambi stranieri, che nel 2016 scendono per la prima volta sotto i 70 mila. Tra i nati stranieri, al primo posto si confermano i bambini romeni (15.417 nel 2016), seguiti da marocchini (9.373), albanesi (7.798) e cinesi (4.602). Queste quattro comunità rappresentano il 53,6% del totale dei nati stranieri.

Nel 2016 si conferma la tendenza alla diminuzione della fecondità in atto dal 2010. Il numero medio di figli per donna scende a 1,34 (1,46 nel 2010). Le donne italiane hanno in media 1,26 figli (1,34 nel 2010).

In controtendenza, invece, i matrimoni, che hanno toccato il minimo nel 2014. Dal 2015 hanno ripreso a crescere (+4.612 rispetto all’anno precedente) e la tendenza si è accentuata nel 2016 (+9 mila), anno in cui è stata di nuovo superata la soglia delle 200 mila celebrazioni. Il legame tra nuzialità e natalità è ancora molto forte nel nostro paese (nel 2016 il 70% delle nascite avviene all’interno del matrimonio).

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