Un recente studio pubblicato sull’International Journal of Pharmaceutics ritiene possano essere utilizzati gli anticorpi monoclonali anche per i bambini con infezione da Covid-19. Ma cosa sono gli anticorpi monoclonali e come agiscono contro l’infezione? Scopriamolo insieme.

Terapia con anticorpi monoclonali: in cosa consiste

Gli anticorpi sono proteine prodotte naturalmente dal sistema immunitario per contrastare e combattere un’infezione; mentre, gli anticorpi monoclonali sono molecole progettate in laboratorio e il cui scopo è combattere un virus “invasore”.

Questo tipo di terapia esiste già; infatti, ad esempio, è impiegata per la cura e la prevenzione di diverse infezioni, come il virus respiratorio sinciziale (Palivizumab), il virus della rabbia (REGN-EB3) e l’Ebola.

Gli anticorpi monoclonali ideati in laboratorio contro il covid-19 appartengono alla classe “IgG” e sono in grado di riconoscere la proteina Spike, che causa l’infezione, e in questo modo bloccano il virus che non riesce ad entrare nelle cellule.

Ma quale categoria di bambini può usufruire di questa terapia? Secondo gli esperti la cura con anticorpi monoclonali può essere utile nei bimbi a partire dai 12 anni, con infezione da Sars-CoV-2- e specifici fattori di rischio, come ad esempio:

  • malattie neuro-muscolari
  • insufficienza renale cronica
  • diabete mellito
  • malattie polmonari croniche
  • malattie vascolari cerebrali
  • pazienti che hanno subito trapianti
  • malattie intestinali

Vaccino e terapia monoclonale

La vaccinazione resta la profilassi migliore, ma questa terapia è risultata efficace nei pazienti a rischio, ossia coloro che non riescono a produrre anticorpi autonomamente in seguito alla vaccinazione. La differenza principale tra vaccino e terapia monoclonale è che nel primo caso è il corpo a produrre “attivamente” gli anticorpi entro 3 o 4 settimane, mentre nel secondo caso, gli anticorpi sono già pronti e possono combattere il virus immediatamente.

Ovviamente, al momento sono necessari ulteriori studi e analisi per capire come e quando consigliare questo tipo di intervento terapeutico in età pediatrica.

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