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Il primo contatto pelle a pelle tra il neonato e la mamma offre molti benefici a entrambi: ecco quali sono e perché andrebbe garantito sempre.
Dalla voce alla pelle, il primo contatto con il bambino è fatto di suoni, odori e sensazioni che costruiscono quel legame unico tra madre e figlio.
E il contatto pelle a pelle, noto anche come skin-to-skin, è forse il più importante, e offre diversi benefici sia alla mamma che al bambino. Vediamo in cosa consiste e quali sono i suoi effetti positivi.
Si tratta di una pratica che prevede che il bambino, subito dopo la nascita, venga avvolto in una coperta e posto immediatamente sul petto della mamma, dove rimane per almeno un’ora, o comunque dopo la prima poppata.
Nelle ore successive tale contatto viene riproposto ogni volta che il bambino mostri di avere bisogno di essere confortato, calmato o coccolato. La skin-to-skin è importante anche nelle Terapie intensive neonatali, dove viene chiamata anche “marsupioterapia”.
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Un’abitudine che dovrebbe essere sempre più consolidata e che aiuta i genitori a instaurare da subito un legame con il neonato, e che è raccomandata anche dall’Organizzazione mondiale della Sanità:
I neonati che non presentano complicazioni dovrebbero essere mantenuti in contatto pelle-a-pelle con le loro madri durante la prima ora dopo la nascita per prevenire l’ipotermia e facilitare l’allattamento.
Come riporta l’Unicef, che promuove una maggiore diffusione della pratica, il contatto pelle a pelle offre molti benefici ai bambini e alle mamme:
Per i bambini nati prematuri, poi, ci sono benefici ulteriori, tra cui:
Questo perché, con il contatto pelle a pelle subito dopo la nascita, sia la mamma che il bambino possono istintivamente iniziare a costruire un forte legame, che può migliorare anche l’allattamento e ridurre l’insorgenza di problemi.
Se il bambino viene posto sul petto della mamma subito dopo il parto, dopo un pianto iniziale inizia a rilassarsi, apre gli occhi e reagisce alla voce della mamma.
Lentamente, poi, inizia a muoversi, e a risalire il petto fino al seno. A questo punto può fermarsi per qualche istante prima di attaccarsi al seno, quindi inizia a familiarizzare con il capezzolo e quindi si attacca per succhiare.
Per questo passaggio possono volerci diversi minuti, e il consiglio è di non allontanare il bambino ma di aspettare pazientemente che si attacchi in modo spontaneo. Spiega l’Unicef:
Dopo che il bambino ha succhiato per un po’ si staccherà dal seno, e sia lui che la mamma probabilmente si addormenteranno. La maggior parte dei bambini nati a termine segue questo processo, ed è importante che non venga interrotto, ad esempio per pesare il bambino o per una doccia della mamma. Interrompere il processo o tentare di velocizzarlo potrebbe innescare problemi successivi per l’allattamento. Se la madre ha avuto un’anestesia durante il parto il bambino potrebbe mostrarsi sonnolento e la procedura può durare di più.
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Fondamentale è poi controllare il benessere del bambino nelle ore successive alla nascita: il contatto skin-to-skin non deve ovviamente sospendere le normali procedure di vigilanza e di osservazione del neonato e della mamma. Se la mamma ha avuto un’anestesia durante il travaglio, raccomanda l’Unicef, non dovrebbe essere lasciata sola con il bambino nella stanza.
Ogni reparto maternità – è l’auspicio – dovrebbe garantire la possibilità di praticare il contatto pelle a pelle dopo la nascita, almeno fino a dopo la prima poppata ma anche oltre.
Articolo originale pubblicato il 12 agosto 2019
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