La comparsa di eruzioni cutanee, gli anomali cambiamenti della struttura o del colore della pelle, è una realtà comune in età pediatrica e generalmente non grave. Sono il segno e il sintomo di un’ampia varietà di condizioni che possono manifestarsi come reazione a virus e batteri, ma anche a seguito di un’allergia o un’irritazione.

L’attenzione verso la presenza di puntini rossi sulla pelle del bambino deve essere elevata sostanzialmente per due motivi: individuarne la causa e prevederne (laddove possibile) il trattamento e la corretta gestione (anche in termini di contenimento della diffusione del contagio) e, ancora, alleviare il più possibile i sintomi e i fastidi associati che possono causare dolore e ripercussioni sulla salute del bambino.

Cosa succede se il bambino si riempie di puntini rossi?

La presenza di puntini rossi sulla pelle del bambino non è necessariamente il segno di una malattia o di un disturbo grave. Tra la delicatezza della cute dei bambini piccoli e l’immaturità del loro sistema immunitario è comune e frequente che nei primi giorni, mesi e anni di vita vadano incontro a fenomeni di questo tipo.

Generalmente la sola presenza dei puntini rossi, seppur da non sottovalutare, non è un segnale d’allarme e l’attenzione va prevalentemente rivolta ai sintomi associati, come prurito e febbre, che potrebbero causare disagio al bambino con conseguente inappetenza e disidratazione.

Le possibili cause dei puntini rossi sulla pelle

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Fonte: iStock

Sono tante e diverse le condizioni che possono avere come effetto quello della comparsa dei puntini rossi sulla pelle del bambino. Tra le principali e più comuni cause troviamo.

  • Acne neonatale – nelle prime settimane dopo la nascita molti neonati sviluppano papule, noduli, pustole e microcisti su guance, mento, naso e fronte che scompaiono senza conseguenze entro massimo il terzo mese di vita.
  • Dermatite atopica – si manifesta, spiega il Manuale MSD, con un’eruzione cutanea rossa, a scaglie e pruriginosa. Si manifesta in modo intermittente con eruzioni e arrossamenti su viso, mani, braccia, piedi, gambe, cuoio capelluto e zona coperta dal pannolino.
  • Scarlattina – la malattia esantematica contagiosa che colpisce i bambini dopo il secondo anno di vita a causa dello Streptococco Beta Emolitico di gruppo A (SBEGA) con l’esantema che compare inizialmente nella zona dell’inguine e delle ascelle per poi diffondersi al tronco, alle braccia e alle gambe. Solitamente è accompagnata da febbre alta, mal di gola, difficoltà a deglutire, arrossamento delle guance, pallore del naso, nausea, vomito e dolore addominale.
  • Mani piedi bocca – una malattia comune prima dei 10 anni causata dai virus Coxsackie A16 ed Enterovirus 71 con la comparsa delle vescicole sulle mani, la bocca, i piedi, la lingua e anche sulle natiche e i genitali.
  • Morbillo – un’infezione virale molto contagiosa che si manifesta con la comparsa di macchioline rosa o rossastre su tutto il corpo.
  • Varicella – una malattia infettiva altamente contagiosa che esordisce con piccole papule rosa su testa, tronco, viso e arti che sono pruriginose.
  • Reazione allergica – il contatto con sostanze solitamente innocue in alcuni bambini può causare dermatite atopica, orticaria o eczema. Rientrano in questa categoria, spiega l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, le allergie della pelle, quelle alimentari e quelle respiratorie.
  • Sudamina – l’ostruzione delle ghiandole sudoripare determina un’infiammazione con la comparsa di rush cutaneo (con prurito, dolore e fastidio) specialmente nella zona del tronco.
  • Petecchie – piccole macchie rotonde rosso-violaceo che si verificano per effetto della rottura di piccoli vasi sottocutanei che compaiono su tutto il corpo soprattutto sulle gambe.
  • Dermatofitosi – le cosiddette tigna e tinea (tigna capitis e tinea corporis) sono infezioni micotiche frequenti in età pediatrica.

Come “leggere” le diverse tipologie di puntini rossi

I puntini rossi sulla pelle del bambino non sono tutti uguali e per poterli distinguere (anche per riferire al pediatra le caratteristiche principali) è utile focalizzarsi su:

  • localizzazione;
  • caratteristiche (dimensione e se sono piatte o rilevabili al tatto);
  • sintomi associati (febbre, prurito, eccetera);
  • età.

Molti disturbi, infatti, sono innocui perché si manifestano in uno specifico arco temporale e la combinazione tra le caratteristiche dei puntini e la loro localizzazione consente rapidamente nella stragrande maggioranza dei casi di intuire qual è la condizione responsabile di quell’esantema.

Questa capacità di distinguere le diverse tipologie di rash cutaneo è fondamentale anche per capire cosa fare e cosa evitare. In tutti i casi va sicuramente evitata l’autosomministrazione di farmaci (come gli antibiotici) essendo poche le malattie e i disturbi causati da batteri.

Molto spesso l’attenzione è legata allo stato di salute generale del bambino (è attivo? mangia? beve? eccetera) più che al trattamento dei punti rossi in sé, che tendono il più delle volte a scomparire spontaneamente.

Cosa fare e quando rivolgersi al pediatra?

Il portale WebMD raccomanda sempre di sottoporre all’attenzione del pediatra, soprattutto nei bambini piccoli, qualsiasi eruzione cutanea associata ad altri sintomi (febbre, tosse, scarsa alimentazione e letargia). Questo sia per escludere condizioni gravi che per comprendere come comportarsi anche in considerazione del tempo che il bambino dovrà restare a casa dall’asilo.

Nella maggior parte dei casi i puntini rossi sulla pelle del bambino non sono un segno di malattie gravi o che richiedono particolari trattamenti. Il più delle volte è necessario curare i sintomi associati (come la febbre alta) e prestare attenzione che il bambino non si gratti (per evitare ferite) e riesca a mangiare e bere sufficientemente.

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Categorie

  • Bambino (1-6 anni)