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È ancora allo studio il pillolo, ovvero un metodo contraccettivo simile a quello della donna: ecco a che punto siamo.
Negli ultimi trent’anni sono stati condotti numerosi studi sulla contraccezione, ed infatti si parla già di un metodo orale anche per l’uomo: il pillolo! Il principio su cui si basa l’approccio ormonale alla contraccezione maschile è la possibilità di arrestare la produzione di spermatozoi attraverso la soppressione di entrambe le gonadotropine e quindi, delle concentrazioni intratesticolari di testosterone.
Dato che tale procedura determina un calo degli ormoni maschili prodotti dal testicolo, è necessario somministrare testosterone esogeno al fine di mantenere le funzioni fisiologiche androgeno-dipendenti. In questo modo si assiste all’arresto del processo di maturazione degli spermatozoi a livello di “spermatogoni”.
Il meccanismo d’azione si basa sull’azione dei progestinici che sopprimono la secrezione di gonadotropine agendo a livello ipofisario ed esercitano effetti d’inibizione enzimatica direttamente sul testicolo. Di conseguenza questa azione progestinica determina una diminuzione nella concentrazione di testosterone endogeno che viene quindi compensata dalla somministrazione di quello esogeno al fine di mantenere i valori entro il range fisiologico.
Gli studi effettuati negli anni hanno evidenziato che il regime più efficace è quello basato sull’associazione di un progestinico al testosterone. A Bologna, dove sono otto anni che stanno studiando questa combinazione, sperimentata su un centinaio di volontari per periodi variabili da quattro a dodici mesi, i risultati sono incoraggianti! Non sono apparse significative variazioni cliniche di alcun parametro di laboratorio, inclusi quelli concernenti la funzionalità epatica, renale e l’assetto lipidico.
Ciò fa sperare che fra qualche anno potremo trovare questo prodotto sul mercato, anche se questi dati sopraindicati seppure significativi, hanno ancora poca valenza, perché “in medicina vige la legge dei grandi numeri”.
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