Valentino è da sempre un nome molto comune nel nostro Paese, anche nella sua forma femminile, Valentina. Dal punto di vista etimologico deriva dal cognomen romano Valentinus, che a sua volta ha origine dal nome Valente, che significa “forte”, “che vale”. Per queste ragioni può essere interpretato come un patronimico, con il significato “[discendente] di Valente”, mentre altre fonti riportano un significato analogo a quello di Valente stesso, cioè “gagliardo”, “vigoroso”.

Come detto, anche la forma femminile è molto popolare, se non più di quella maschile, in Italia: basti pensare che i neonati chiamati Valentino nel 2020 sono stati 175, mentre le bambine chiamate Valentina sono state 347 (erano 3299 nel 1999). Le sue varianti principali sono Valentin, Valenti, Bálint, mentre molto curiose sono le varianti basche (Balendin) e gallese (Folant).

Fra i Valentino famosi ricordiamo lo stilista Valentino Garavani e il motociclista Valentino Rossi.

Molto famoso è l’onomastico di Valentino, che si celebra il 14 febbraio in onore di san Valentino, vescovo di Terni e martire a Roma, patrono degli innamorati e protettore degli epilettici. Ci sono comunque altre date nel corso dell’anno, ad esempio il 1º gennaio, beato Valentin Paquay, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori, il 7 gennaio, san Valentino, vescovo di Passavia, il 4 luglio, san Valentino, sacerdote ed eremita a Langres, il 16 luglio, san Valentino di Treviri, vescovo e martire, il 1º novembre, san Valentino de Berrio Ochoa, vescovo e martire in Vietnam con altri compagni, il 3 novembre, san Valentino, martire a Viterbo assieme a sant’Ilario, e infine il 6 novembre, san Valentino di Genova, vescovo.

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