I vostri piccolini hanno finalmente cominciato l’asilo? Fantastico! Loro possono interagire con dei coetanei, imparare tante cose nuove, abituarsi alla presenza di altri adulti di riferimento e voi siete in grado di gestire con più tranquillità i vostri impegni quotidiani, di lavoro e non solo.

Però, a parte la tempesta microbica che investirà il vostro pargoletto, trasformandolo nel più bieco degli untori di manzoniana memoria, dovrete necessariamente imparare a fronteggiare alcune situazioni non sempre piacevoli. Qualche esempio: le periodiche riunioni, che qualche volta rischiano di trasformarsi in psicodrammi in salsa scolastica.

Allora, come sopravvivere alle riunioni dell’asilo? Ecco le mie dritte, non serie fino in fondo!

Scegli con cura le tue battaglie

Una riunione dell’asilo può trasformarsi in un vero e proprio campo di battaglia, in qualche caso anche parecchio cruento. Dalla polemica insanabile per il colore delle divise estive alle discussioni senza fine sulla recita natalizia, i possibili terreni di scontro sono potenzialmente infiniti.

Fidatevi di una veterana della scuola materna, che sopravvive con figli all’asilo fin dal lontano autunno del 2014: non è proprio il caso di farsi coinvolgere in ogni discussione, di schierarsi in ogni controversia e di destinare energie mentali e materiali a ogni crociata.

Non siete tenute ad avere un’opinione su tutto, e a difenderla in pubblica piazza. Scegliete le questioni che vi stanno davvero a cuore e provate a sostenerle con i mezzi di cui disponete. Per tutto il resto, basta fingersi morte.

Mantieni un basso profilo

Questa è da sempre la più efficace delle strategie di sopravvivenza (anche in altri contesti, naturalmente).

Il modo migliore per passare inosservate e salvarsi da pettegolezzi gratuiti, polemiche inconcludenti e allarmi infondati consiste nel mantenere un basso profilo: evitate di arrivare alla riunione troppo in anticipo ma anche in ritardo, parlate poco, tenete su gli occhiali scuri, non sedetevi in prima fila.

Anche il fingersi impegnatissime in una conversazione al telefono può servire a scansare una conversazione non esattamente necessaria: non importa, ovviamente, se in realtà state ascoltando l’ultima hit degli Imagine Dragons (ogni riferimento a fatti e rock band è puramente casuale). O Giusy Ferreri ft un rapper tamarro a caso. O il pulcino pio. O quello che vi pare.

Fare la rappresentante? Pensaci bene!

Per qualcuna è una specie di vocazione alla santità, per altre il solo modo per riuscire a essere più presenti, nonostante i miliardi di impegni fuori casa, nel percorso scolastico dei figli.

Per altre ancora è una soluzione drastica per evitare di ritrovarsi sommerse dalle notifiche di whatsapp, dalle raccolte fondi (per la serie: se sono io fare la rappresentante, almeno manterrò il controllo della situazione).

Ma per altre malcapitate genitrici, l’incarico di rappresentante di classe finisce con l’essere un qualcosa in cui si rimane incastrate perché nessun altro voleva sobbarcarsene.

O perché non è stata applicata a dovere l’infallibile strategia del “low profile”. Il consiglio è semplice e chiaro: pensateci bene, siate oneste con voi stesse (potete farvi carico di un ulteriore impegno senza andare in difficoltà? Ne avete voglia?) e di conseguenza col resto della comunità scolastica.

Condividere l’onere con l’altro genitore

L’ultimo ma il più importante dei consigli per sopravvivere alle riunioni dell’asilo: ricordarvi che i rapporti con la scuola, la partecipazione alle riunioni, il confronto con le maestre e con gli altri genitori non sono necessariamente di esclusiva pertinenza materna.

Non esiste ragione per cui non possa (e non debba) essere anche il papà a prendere un permesso dal lavoro e organizzarsi in modo da partecipare a una riunione dell’asilo.

Direi anzi che è giusto e fondamentale che entrambi i genitori siano partecipi della vita scolastica dei bambini e li accompagnino in questo loro percorso emozionante e ricchissimo.

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  • Bambino (1-6 anni)