Glauco deriva dal nome greco antico Γλαῦκος (Glaukos), latinizzato in Glaucus, basato sull’aggettivo γλαυκός (glaukos), che può voler dire tanto “scintillante”, “brillante” quanto “verdeazzurro”, “ceruleo”, “celeste”, “grigio bluastro”. Il termine venne usato dapprima da Omero per definire il mare con il significato di “argentato”, “luccicante”, e poi da altri scrittori, che lo usarono con il senso di “verde bluastro” o “grigio bluastro”, facendo riferimento alle foglie dell’ulivo e al colore degli occhi. Per questa ragione, proprio per via dei suoi occhi scintillanti, il nome greco del gufo era glaux.

Parliamo di un nome di tradizione classica, portato da numerosi personaggi della mitologia greca, fra cui spicca Glauco, un pescatore divenuto dio marino e innamorato di Scilla, ricordato da Virgilio e da Dante e a cui s’ispirano opere di D’Annunzio e Morselli. In Italia resta comunque un nome raro, che trova spazio soprattutto nel Lazio, Veneto e Friuli-Venezia Giulia e, per il femminile, in Liguria.

Nel 2020 sono stati comunque meno di cinque i neonati chiamati così su tutto il territorio nazionale.

La forma portoghese Gláucio riprende il cognomen romano Glaucia, che ha la stessa origine.

Glauci è un nome adespota, visto che non ci sono santi o beati che lo portano, pertanto l’onomastico è da celebrarsi il 1° novembre, in occasione di Ognissanti.

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