Giuseppe, fra i nomi più diffusi in assoluto in Italia, deriva dall’ebraico יוֹסֵף (Yosef), basato sul verbo yasaph (“accrescere”, “aumentare”), e significa “[YHWH] accresca”, “egli aggiungerà”, inteso come augurio per la nascita di altri figli. Ci sono però altre interpretazioni, ad esempio “aumento del signore” e “uno che crescerà”.

Adattato in greco come Ioseph, Iosephos e Iosepos, è giunto in latino come Ioseph e Iosephus, mentre la forma italiana “Giuseppe” deriva da Ioseppus, un altro adattamento latino popolare.

Si tratta di un nome biblico, presente nell’Antico Testamento con la figura di Giuseppe, figlio di Giacobbe venduto dai suoi fratelli, sia ovviamente nel Nuovo, con Giuseppe, sposo della Vergine Maria e padre putativo di Gesù.

Fu in particolare proprio grazie a questo personaggio che il nome, già popolare fra gli ebrei, nel Basso Medioevo cominciò a diffondersi anche in ambienti cristiani, soprattutto in Italia e Spagna, sostenuto poi anche dal culto di diversi altri santi così chiamati.

Ma nel nostro Paese a contribuire alla popolarità del nome negli ambienti laici furono anche personaggi importanti come gli imperatori d’Austria Giuseppe I e Francesco Giuseppe, e in seguito di Giuseppe Verdi, Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi. In Inghilterra si diffuse invece con la riforma protestante.

Giuseppe è stato talmente popolare da risultare il nome maschile più diffuso in Italia nel XX secolo, anche se negli ultimi anni appare un po’ in calo: nel 1999 c’erano ancora 5510 bambini chiamati così, diventati poi 2830 nel 2020.

Generalmente l’onomastico si festegga il 19 marzo in memoria di san Giuseppe, marito della Vergine Maria e padre putativo di Gesù, che è ricordato anche il 1º maggio come “san Giuseppe lavoratore”; tuttavia, esistono altri santi ricordati durante l’anno che portano questo nome.

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