Giorgio è la continuazione del nome latino imperiale Georgius, ripreso dal bizantino Georgios e dal greco antico Γεώργιος (Geṓrgios), composto dai termini γῆ (, “terra”) e ἔργον (érgon, “lavoro”), e significa letteralmente “contadino”, “agricoltore”, “lavoratore della terra”, significato che condivide con i nomi Agricola, Ortensia e Ortolano.

Sostenuto dal culto verso san Giorgio, il nome si è inizialmente diffuso nel mondo cristiano orientale, dove era più radicata la devozione verso il santo, mentre la sua diffusione nell’Europa occidentale si ebbe con le crociate, allorché le storie di san Giorgio giunsero tramite i crociati e il santo venne eletto patrono dei regni di Portogallo, Catalogna, Aragona e Inghilterra. In quest’ultimo, però, l’uso vero e proprio cominciò nel XVIII secolo, quando Giorgio I salì al trono.

Fu poi la fama di diversi sovrani europei e, infine, il successo dell’opera di Verdi La Traviata, il cui protagonista si chiama Giorgio, a contribuire ulteriormente a fare di Giorgio un nome popolare.

Le varianti principali del nome sono George, Georg, Georgi, Jorge o Jürgen. In Italia fra i Giorgio famosi annoveriamo lo stilista Giorgio Armani, il cantautore Giorgio Gaber, lo scrittore e attore Giorgio Faletti, l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Il nome è quasi sempre rimasto invariato, in quanto a popolarità, nel nostro Paese, anche se negli ultimi anni appare un po’ in calo. Nel 2020 siamo scesi sotto le migliaia, e Giorgio è stato scelto per 982 neonati.

L’onomastico si celebra in memoria del già citato san Giorgio, un soldato romano cristiano martire a Lydda sotto Diocleziano a cui è attribuita, da una leggenda più tarda, l’uccisione di un drago; la sua memoria è, sia per i cattolici, sia per gli anglicani sia per gli ortodossi, il 23 aprile. Ci sono comunque altri santi e beati con questo nome celebrati durante l’anno.

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