Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’allattamento al seno è la forma di alimentazione esclusiva che ogni bambino dovrebbe ricevere fino, almeno, al compimento del sesto mese di vita. Una realtà, quella dell’allattamento al seno, spesso sottovalutata e semplificata, ignorando l’impegno, spesso anche molto gravoso, che questa può avere sula donna.

Sono diversi gli studi condotti in materia che evidenziano un aumento del senso di stanchezza nelle donne che allattano al seno. Questo sia per gli orari (nell’allattamento a richiesta anche le ore della notte sono coinvolte) che per la frequenza, ma anche per un impegno che totalizza le energie e il tempo da dedicarvi. Ecco perché esistono e sono spesso ricercate diverse posizioni per allattare.

Tra queste la cosiddetta posizione rugby, una scelta che, al di là del nome curioso, può rivelarsi particolarmente utile per diverse donne.

Posizione rugby in allattamento: come fare?

Si parla di posizione rugby in allattamento in quanto il bambino viene sostenuto nello stesso modo (o quasi) con cui nel rugby si tiene la palla ovale. Per adottare questa posizione è necessario mettersi in posizione seduta e sistemare il bambino all’altezza della vita dal lato in cui lo si vuole allattare.

Il corpo del bambino è sostenuto dal braccio e dall’avambraccio (le gambe e i piedi sono all’altezza del fianco e della schiena della mamma) con la mano, sistemata saldamente sotto la nuca del piccolo, in modo che risulti ben saldo, abbia il viso rivolto verso il capezzolo e non debba muoversi per attaccarsi e la testa non gli cada all’indietro.

La mano dell’altro braccio risulta libera per aiutare il bambino ad attaccarsi e staccarsi dal seno o rivestirsi specialmente nel caso il piccolo si fosse addormentato. Può risultare utile e comodo utilizzare un cuscino da posizionare sotto il braccio sul quale si sta tenendo il bambino in modo da ridurre il carico e rendere ancora più comodo l’allattamento.

I benefici della posizione rugby

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Foto iStock

Perché scegliere la posizione rugby in allattamento? C’è innanzitutto una ragione pratica e di comodità, permettendo alla donna di rimanere in posizione seduta e di assicurarle una buona visione dell’attacco. Parallelamente è una posizione particolarmente consigliata in quanto non c’è pressione sulla pancia ed è quindi ideale per chi ha partorito con un parto cesareo.

Inoltre è utile anche per le donne che hanno un seno particolarmente voluminoso e potrebbero trovarla più comoda. Tra i vantaggi di questa posizione c’è la sua capacità di prevenire l’ingorgo mammario assicurando un maggior svuotamento dei dotti lattiferi del seno.

In ultimo, ma non per importanza, quella a rugby è una posizione consigliata per allattare contemporaneamente due gemelli, rimanendo sempre comodi e senza gravare troppo sulla schiena o sulla postura.

Posizione rugby allattamento: ci sono controindicazioni?

La posizione a rugby per l’allattamento non ha particolari controindicazioni, ma solamente una serie di accorgimenti da seguire per assicurare una corretta postura della donna e un adeguato attacco del bambino.

Posizione rugby allattamento: 4 consigli

Non esiste una posizione dell’allattamento migliore delle altre e quella a rugby è migliore solamente per le donne che la considerano tale. Anzi, per essere più corretti, è la coppia madre-bambino che trova la posizione migliore e laddove ci sono difficoltà è utile provare delle alternative fino a individuare la situazione più adeguata. In questo senso possono tornare utili 4 accorgimenti.

1. Il cuscino

Partiamo dal cuscino per l’allattamento, uno strumento utile proprio per supportare sia la donna che il bambino. Questi cuscini sono utili perché permettono non solo di trovare, specialmente per la madre, una posizione confortevole, ma anche e soprattutto per distribuire correttamente la tensione di tutto il corpo. La scelta del miglior cuscino, un po’ come per quelli per dormire, varia da diversi elementi e passa per le sue dimensioni, la sua consistenza e versatilità.

2. La posizione del bambino

Nell’allattamento è fondamentale prestare attenzione alla posizione del bambino, che deve avere il corpo rivolto in direzione della madre ed essere stretto al suo petto. Inoltre deve stare in una posizione comoda e rilassata con la testa, il bacino e le spalle allineati e il naso all’altezza del capezzolo.

3. La posizione della mamma

L’attenzione verso la posizione rilassata della donna ha un duplice interesse: da una parte ridurre lo stress e la fatica delle continue poppate (specialmente quando il bambino inizia a crescere e diventare più pesante), ma anche perché dalla sua tranquillità deriva un allattamento più efficace e più sicuro anche per l’attacco e la postura stessa del neonato.

4. Pazienza e pratica

Tutte le posizioni per l’allattamento sono valide e, come detto, non ce n’è una migliore dell’altra. Inizialmente può essere normale avere delle difficoltà nel maneggiare il bambino, attaccarlo correttamente e tenerlo in una posizione sicura e rilassata. La pazienza e la pratica si rivelano fondamentali per supportare l’allattamento così come, laddove necessario, il consulto con un professionista che sappia suggerire e guidare passo passo nella posizione da assumere.

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  • Allattamento