
Utero bicorne: una malformazione non pericolosa
L'utero bicorne è una particolare malformazione dell'utero che di per sé non costituisce un problema ...
L'isteroscopia operativa o resettoscopia è un'operazione che consente di asportare formazioni benigne all'interno dell'utero, come polipi endometriali e miomi, e di correggere alcune malformazioni uterine. Come funziona e quali sono i rischi.
Tecnica mirata, che consente di intervenire dove necessario e con un impatto che sia il meno possibile invasivo: si chiama isteroscopia operativa, è detta anche resettoscopia ed è oggi utilizzata largamente per individuare e asportare polipi e miomi e per correggere, quando possibile, le malformazioni dell’utero. Il ricorso alla resettoscopia si preferisce rispetto al raschiamento uterino, poiché meno invasiva e più sicura.
Lo strumento utilizzato per effettuare l’intervento, il resettore, può apparire piuttosto spaventoso, ma l’operazione di per sé non è dolorosa (viene eseguita in anestesia) né pericolosa, anche se non priva di fastidi e in alcuni casi complicazioni.
L’operazione si esegue a seguito di un’isteroscopia diagnostica tramite cui si siano individuate anomalie all’interno della cavità uterina. Dopo aver eseguito un’anestesia generale il resettore, che misura 9 millimetri e a cui è applicata una minuscola telecamera viene inserito all’interno della vagina e quindi attraverso il canale cervicale arriva all’utero.
Il medico dirige il resettore nel punto in cui effettuare l’operazione controllando i movimenti dal monitor, quindi interviene rimuovendo le malformazioni (in particolare polipi o miomi). Si tratta di un intervento che dura pochi minuti e viene effettuato in day hospital.
La resettoscopia viene utilizzata soprattutto per l’asportazione di polipi endometriali, formazioni benigne che in rarissimi casi evolvono in un cancro e crescono sulla parete dell’endometrio e possono essere individuate con l’isteroscopia diagnostica e quindi rimosse. In alcuni casi i polipi endometriali possono essere causa della difficoltà di una donna di rimanere incinta, ad esempio se si trovano in prossimità delle tube di Falloppio.
I polipi endometriali sono più frequenti nelle donne che si avvicinano alla menopausa, ma possono essere asportati senza particolari problemi.
I miomi (o fibromi) uterini come i polipi endometriali sono formazioni benigne che in casi molto rari evolvono in un tumore maligno. Possono però essere causa di diversi disturbi, di irregolarità nel ciclo mestruale e ostacolare l’arrivo di una gravidanza.
Si sviluppano all’interno del miometrio, che è uno degli strati di cui è composta la cavità uterina, e possono dividersi in diverse tipologie, a seconda della loro posizione: sottosierosi se si trovano sulla superficie, intramurali se all’interno dello spessore della parete uterina e sottomucosi se all’interno della cavità uterina.
Quando possibile l’isteroscopia operativa è preferibile rispetto al raschiamento uterino, poiché oltre ad avere minore invasività consente di mantenere (o ripristinare) la fertilità della donna e la regolarità del suo ciclo mestruale.
Si può poi ricorrere alla resettoscopia anche nel caso di malformazioni uterine potenzialmente dannose per la gravidanza, che possono essere ad esempio causa di aborti o parti prematuri.
La resettoscopia è un’operazione sicura, che dura in genere dai 15 ai 20 di minuti e viene effettuata in anestesia (quasi sempre generale, raramente locale). In alcuni casi possono verificarsi alcuni effetti collaterali legati all’ingresso del resettore nell’utero, molto raramente si verificano lesioni dell’organo.
Ci vogliono alcuni giorni per recuperare dopo un’isteroscopia operativa e nei giorni immediatamente seguenti può capitare di soffrire di crampi simili a quelli mestruali o di osservare leggere perdite di sangue, che scompaiono poco dopo. In caso di dolori forti o di perdite di sangue abbondanti è bene rivolgersi al proprio medico per valutare la situazione.
Articolo originale pubblicato il 11 giugno 2018
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