Tra le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità contro il parto medicalizzato c’è anche quella di consentire la presenza del partner o di un’altra persona di fiducia durante il travaglio e il parto. Non a caso i dati del Ministero della Salute, facendo riferimento al flusso informativo del Certificato di Assistenza al Parto (CeDAP), mostrano come nel 94.1% dei parti avvenuti nel nostro Paese le donne scelgono di avere accanto il padre del bambino. Solo nel 4.5% dei casi in sala parto si preferisce un familiare e nell’1.5% una persona di fiducia.

Il trend, quindi, è piuttosto chiaro e significativo, ma è un bene che i padri assistano al parto e siano presenti durante il travaglio? Scopriamo quali sono i pro e i contro della loro presenza e quali sono i consigli da seguire per rendere l’esperienza della nascita del bambino il più sana e meno traumatica possibile per tutti.

Papà in sala parto: sì o no?

Le esperienze delle partorienti sono tra le più svariate possibili. Ci sono donne che hanno beneficiato del contatto con il partner e altre che, invece, hanno vissuto con imbarazzo la loro presenza in sala parto. Ci sono studi che suggeriscono come la presenza del partner in sala parto possa aumentare la percezione del dolore, mentre al contrario altri studi, come questo pubblicato sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), indicano come non solo la presenza ma anche il tenersi per mano contribuisca ad alleviare la percezione del dolore.

La percezione del dolore del parto è molto soggettiva così come lo è la volontà di vivere il travaglio e il parto avendo vicino un’altra persona. Molto dipende dalla sensibilità della donna, ma anche da quella del partner e dal rapporto e dall’intimità che li lega.

Non c’è una scelta migliore delle altre, specie se questa non è condivisa e per uno dei due protagonisti è subita e vissuta con disagio. L’indicazione generale è quella di favorire la presenza del padre in sala parto anche per ribadire come questa non è una questione prettamente femminile. Ma se ci sono persone e situazioni che non vivrebbero serenamente questa scelta è bene evitarla o cercare delle alternative.

Papà in sala parto: cosa fare

Avete scelto o state pensando che sia bello e giusto che anche il papà sia presente in sala parto? Ecco alcuni consigli su come comportarsi per essere di supporto per la donna e vivere l’esperienza in armonia e sicurezza:

  • avere pazienza;
  • essere di supporto;
  • accettare imprevisti e situazioni inaspettate;
  • seguire le indicazioni del personale medico.

1. Avere pazienza

Le scene dei film danno un’idea distorta della realtà del parto e prima di poter prendere in braccio il bambino o poter tornare a casa possono trascorrere molte ore, a volte anche giorni. La durata del parto non è mai la stessa e, anche in assenza di complicazioni, possono volerci ore prima che il bambino nasca. Bisogna essere preparati a vivere questo tempo o trovando attività alternative, come leggere un libro o passeggiare per i corridoi dell’ospedale, soprattutto mentre la donna dorme o ha bisogno di riposo.

2. Essere di supporto

La presenza in sala parto non deve diventare un ostacolo, né per la donna né per i medici e gli operatori sanitari. Chiacchierare e distrarre la donna, portarle un bicchiere d’acqua, mettere della musica rilassante, farle un massaggio e tutto ciò che chiede e può rivelarsi utile per alleviare il disagio è sicuramente importante ed è bene prepararsi a poter rispondere a questo tipo di dinamiche. Durante il travaglio e il parto le donne hanno bisogno di tranquillità, sentirsi al sicuro e rassicurate che tutto sta andando bene e non vivere situazioni di disagio; tutto quello che si può fare in questa direzione è indubbiamente utile e raccomandato.

3. Accettare imprevisti e situazioni inaspettate

Come detto il travaglio e il parto sono il più delle volte realtà diverse da quelle che la narrazione cinematografica ci ha portato a considerare normali. Inoltre possono capitare situazioni inaspettate, imprevisti, ma anche vere e proprie emergenze, contro le quali si può fare poco. È importante favorire l’attività dei medici e degli operatori sanitari e accogliere le loro indicazioni.

4. Seguire le indicazioni del personale medico

La presenza dei padri in sala parto non deve costituire un pericolo o un ostacolo alle attività di ostetriche, infermieri e medici. Si è lì non come semplici spettatori ed è possibile fare domande e informarsi sull’andamento del travaglio, ma è altrettanto importante non essere assillanti e seguire le indicazioni su dove sistemarsi, cosa fare e, soprattutto, cosa non fare.

Papà in sala parto: cosa non fare

Un grande aiuto per i padri in sala parto riguarda tutta quella serie di comportamenti che è necessario evitare, tra cui:

  • non essere al centro dell’attenzione;
  • non essere invadenti;
  • non uscire in presenza di complicazioni;
  • evitare stimoli (foto, domande imbarazzanti, eccetera).

1. Non essere al centro dell’attenzione

Non si tratta di togliere il palcoscenico alla partoriente (che in realtà tutto vorrebbe tranne che avere gli occhi puntati addosso in continuazione) ma di evitare comportamenti e gesti teatrali inadeguati a quell’ambiente e che possano creare fastidi e imbarazzi. Si è lì per accogliere la nascita del proprio bambino ed essere d’aiuto a chi sta partorendo; tutto il resto è un di più che il più delle volte può e deve essere evitato.

2. Non essere invadenti

Chiedere in continuazione come ci si sente, come sta andando e cosa deve succedere, tanto alla donna quanto al personale medico, rischia di essere fastidioso. Inoltre questo comportamento può aumentare l’ansia e lo stress della partoriente. È doveroso essere informati, ma è bene sempre mantenere un comportamento discreto e rispettoso di tutti coloro che si trovano in sala parto.

3. Non uscire in presenza di complicazioni

Che si tratti di imprevisti non pericolosi o di vere e proprie emergenze, fatto salvo delle indicazioni contrarie del medico è bene mantenere sempre la calma e rimanere accanto al proprio partner. Uscire perché sta salendo la tensione o perché le cose non stanno andando come ci si aspettava rischia di peggiorare la situazione, spaventare la donna e aumentare le fonti di preoccupazione per il personale medico.

4. Evitare stimoli (foto, domande imbarazzanti, eccetera)

La presenza dei padri in sala parto è destinata anche a essere di supporto alle donne. In questo senso selfie, continue domande su come ci si sente o cosa sta succedendo, aumentano la tensione e non aiutano a creare quel clima di tranquillità necessario. Anche stare al telefono con amici e parenti, guardare video o avere tic nervosi non aiuta e sono comportamenti assolutamente da evitare.

I consigli per vivere al meglio l’esperienza

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Fonte: iStock

Sicuramente partecipare al corso preparto e parlare con il proprio partner aiuta i papà a vivere al meglio la loro presenza in sala parto. Questo è utile per sfatare alcuni miti e per farsi un’idea di cosa, realmente, succederà dal momento in cui si arriva in ospedale fino alla nascita del bambino (e anche dopo).

Il consiglio è quello di essere tranquilli e non cercare ossessivamente “cose da fare”, ma vivere quell’esperienza nella sua totalità, anche nella lunga attesa, accogliendo tutto quello che accade con lo stupore di un evento unico del quale si conserveranno tanti ricordi emozionanti.

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