“Ma come fa a fare tutto?”, la risposta onesta di Donata Columbro

La giornalista e scrittrice Donata Columbro risponde in maniera molto onesta e sincera a chi le chiede "Come fai a fare tutto?" Perché le neomamme devono smettere di credere di doversi mostrare invincibili.

“Ma come fai a fare tutto?” è una delle domande che le neomamme si sentono rivolgere più frequentemente, specie se hanno un lavoro o magari altri figli di cui occuparsi. La stessa che è stata fatta alla giornalista Donata Columbro, autrice del libro Ti spiego il dato, edito da Quinto Quarto, che in un onesto post pubblicato su Instagram ha fatto un’analisi estremamente lucida degli errori sostanziali contenuti in questo interrogativo, ma anche nelle risposte che spesso si danno.

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‘Ma come fai a fare tutto?. Me lo ha chiesto un’amica a cui avevo raccontato che finalmente stavo correggendo le bozze finali del libro e ho mandato proprio questa foto come risposta. In effetti in quel momento stavo allattando il ragazzino n. 2 e intanto scorrevo il pdf sul tablet a caccia di errori e dimenticanze, prendendo appunti sul telefono. L’arte di fare le cose con una mano sola che chi ha avuto unə o più neonatə a cui badare avrà sperimentato.

Però, però. Questa foto non dice tante cose.

La mia è stata una risposta performativa, che suonava bene a me, a come voglio immaginarmi alle prese con bambini e lavoro e alla mia amica forse avrà fatto pensare ‘wow’. È quello che succede quando formiamo la nostra opinione su come gli altri vivono e gestiscono la propria vita in base a un post o una storia su Instagram.

Questa foto intanto non dice dov’è il ragazzino n. 1: con i nonni, un supporto che per questa seconda nascita abbiamo avuto costante, o comunque alternato con gli zii, fino al terzo mese del piccolo. E non dice che durante l’anno abbiamo una tata con regolare contratto (trovarla è stato un insieme di fatica, senso di colpa e insonnia) che combinata con nido e materna ci permette di fare un tempo pieno lavorativo di orari anche “strani” come i nostri, tra eventi serali e trasferte.

Non si vede nemmeno che il libro l’ho scritto prima di partorire, sacrificando sabati e domeniche pomeriggio in cui il ragazzino 1 stava con il papà e chiedeva quando sarei tornata dall’ufficio.

La verità, insomma, è che di aiuto c’è bisogno eccome, e non deve essere una vergogna chiederlo, né ammetterlo. Solo che spesso fa molto più “comodo” credere (o far credere) l’incontrario. Columbro, inoltre, ci pone davanti agli occhi altre due verità fondamentali.

E poi, che vuol dire ‘fare tutto’? Anche con gli aiuti, resta uno standard impossibile ma forse nemmeno desiderabile.

In un vocale a un’amica neomamma freelance dicevo che non ho ricette, e che quando è nato il primogenito mi ero presa tantissimi impegni perché volevo continuare a sentirmi la Donata di prima, ma anche perché a livello economico non avevo scelta (non la si ha sempre). Oggi mi dico, e le ho detto, ‘se puoi, sii gentile con te stessa’. Ecco, sarà il mantra-guida della mia agenda 2021/2022

(e poi, questa domanda, come fai a fare tutto, facciamola anche ai papà, che son curiosa di scoprire cosa viene fuori)

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