Uno studio sviluppato da un team di ricercatori norvegesi, svedesi e olandesi ha scoperto che bere quotidianamente bibite gassate zuccherate in gravidanza porta a un aumento dei sintomi dell’ADHD nei bambini di 8 anni.

Scopriamo di più sulla ricerca effettuata e cosa comporta, nel concreto, alla salute dei più piccoli.

L’assunzione di bibite zuccherate in gravidanza può aumentare i disturbi dell’ADHD nei bimbi, lo studio

Lo studio, pubblicato recentemente sull’European Journal of Nutrition si è basato sui dati di un ampio studio prospettico condotto dall’Istituto norvegese di salute pubblica, denominato MoBa Study (Norwegian Mother, Father and Child Cohort). Lo studio ha visto partecipare 39.870 coppie di madre-bambino.

Le donne sono state reclutate da tutta la Norvegia nel periodo 1999-2008 le quali hanno risposto a 3 test nel corso della loro gravidanza, di cui il secondo era un test sulla frequenza alimentare, introdotto nel 2002 e completato durante la metà della gravidanza.

Successivamente al parto, i test sono stati inoltrati alle famiglie quando il bambino aveva 6 mesi, 18 mesi, tre, cinque, sette e otto anni. Ma non solo, ulteriori questionari sono stati inviati quando il bambino aveva raggiunto l’adolescenza. La coorte comprende ora 114.500 bambini, 95.200 madri e 75.200 padri.

I risultati dello studio: sintomi del disturbo più elevati nei bimbi di 8 anni

I risultati dello studio hanno evidenziato sintomi dell’ADHD nei bambini più pronunciati quando in gravidanza le loro madri erano solite assumere bibite zuccherate gassate.

La Prof.ssa Liv Grimstvedt Kvalvik dell’Università di Bergen nonché autrice senior dello studio ha spiegato:

Abbiamo preso in considerazione anche altri fattori che potrebbero spiegare l’associazione tra sintomi dell’ADHD nei bimbi e bevande zuccherate assunte dalle madri come:

  • il livello di istruzione materna;
  • l’indice di massa corporea materna pre-gravidanza;
  • l’ansia materna e depressione;
  • i sintomi materni dell’ADHD;
  • la dieta materna;
  • l’età della donna al parto;
  • l’anno di nascita;
  • il periodo di gestazione.

Ricordiamo che la ricerca è osservazionale e le conclusioni sulla causalità non possono essere tratte con certezza e possono essere presenti variabili diverse dovute, ad esempio, a fattori nello stile di vita o condizioni mediche non spiegate.

D’altra parte, lo studio suggerisce che l’assunzione giornaliera materna di bibite zuccherate potrebbe essere collegata a un piccolo aumento dei sintomi dell’ADHD nei figli all’età di otto anni.

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  • Gravidanza