Uno studio analizza i rischi delle pratiche perinatali alternative
Secondo uno studio scientifico le pratiche perinatali e neonatali alternative comportano molti rischi al nascituro. Ecco quali evitare e perché
Secondo uno studio scientifico le pratiche perinatali e neonatali alternative comportano molti rischi al nascituro. Ecco quali evitare e perché
Un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Pediatrics, ha analizzato i rischi delle pratiche perinatali e neonatali alternative.
La ricerca sviluppata da un team di scienziati dell’Oregon Health and Science University di Portland, evidenziano il rischio di malattie infettive associate all’emergere di queste pratiche alternative perinatali con l’obiettivo di aiutare i pediatri e gli operatori sanitari a consigliare cosa fare alle famiglie prima della nascita nonché valutare le cure per i neonati maggiormente esposti.
Dai risultati dello studio effettuato, i ricercatori hanno osservato diverse pratiche suggerendo i potenziai rischi e infezioni annessi ad ognuno di questi per il neonato.
La pratica dell’immersione in acqua durante la prima fase del processo del travaglio migliora il comfort nella donna, mentre nella seconda fase del travaglio e durante il parto, questo comfort viene a mancare.
Le infezioni neonatali associate al parto in acqua possono includere le infezioni, rare ma altamente gravi di Legionella e Pseudomonas.
La semina vaginale è una pratica che inizia a diffondersi nei casi di parto cesareo. Consiste nel prelevare un campione dei fluidi vaginali della neomamma e posizionarli sulla pelle, sulla bocca e sugli occhi del bambino con l’obiettivo di aumentare i batteri intestinali per ridurre il rischio di malattie specifiche. Ma la semina vaginale non ha benefici noti e può esporre i bambini a patogeni vaginali come lo streptococco di gruppo B (GBS) o il virus dell’herpes simplex (HSV).
La pratica nota con il termine Lotus Birth (o nascita Lotus) è una particolare procedura che prevede di non tagliare il cordone ombelicale a seguito del parto. Ad oggi, questa pratica non ha un vero beneficio e può, anzi, aumentare il rischio di sepsi neonatale a causa della presenza di tessuto necrotico ombelicale o placentare.
Questa pratica non offre alcun beneficio alla mamma e dovrebbe essere evitata. Come spiegato dagli autori, un caso clinico ha collegato tale pratica a una sepsi da streptococco di Gruppo B (GBS) ricorrente in un neonato.
Il differimento non medico della dose vaccinale alla nascita dell’epatite B dovrebbe essere scoraggiato poiché la dose di vaccino alla nascita funge da rete di sicurezza fondamentale per la prevenzione delle infezioni.
La pratica neonatale del bagno ritardato deve essere sconsigliato nei neonati esposti a lesioni genitali attive da HSV o con infezione da HIV nel genitore naturale.
Il Prof. Dawn Nolt, dell’Oregon Health and Science University di Portland, ha concluso spiegando:
Lo scopo di questo studio è quello di educare i fornitori di servizi pediatrici sulle pratiche alternative emergenti perinatali e neonatali, fornire informazioni che i dottori e pediatri possono utilizzare per la consulenza ai genitori in attesa ed evidenziare la necessità di una valutazione del rischio per le infezioni.