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Bere acqua fa bene, in gravidanza ancora di più. Scopriamo qual è l'indicazione di quanta acqua bere ogni giorno e quali i rischi di non farlo a sufficiente.
Lo è a maggior ragione in gravidanza quando, per le numerose modifiche che avvengono nell’organismo femminile, il rischio di disidratazione non solo è maggiore ma anche potenzialmente più pericoloso.
Parliamo quindi di idratazione in gravidanza, scoprendo quanto bere e perché è importante farlo e quali sono i rischi di non bere a sufficienza.
Il fabbisogno giornaliero di acqua varia nel corso della vita e tra bambini, adolescenti e adulti c’è una crescente necessità di introdurre liquidi nell’organismo. Nelle donne adulte (dai 18 anni in su), la Fondazione Veronesi riferisce la necessità di prevede 2000 ml (2 litri) di acqua al giorno.
In gravidanza il fabbisogno aumenta e dovrebbero essere previsti 350 mL di acqua al giorno in più, che diventano 700 ml in più durante il periodo dell’allattamento al seno.
L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) definisce cruciale il ruolo dell’acqua durante la gravidanza e l’allattamento, tanto che un’idratazione adeguata è vitale per sostenere sia la salute della donna che quella del feto.
Durante la gravidanza, come anticipato, si verificano una serie di cambiamenti che richiedono un maggiore apporto di sangue. Cambia, infatti, la composizione dei liquidi corporei così come quella del plasma e si modificano anche una serie di caratteristiche del sangue (come la viscosità e la velocità di flusso).
Tra i principali benefici che l’acqua comporta durante la gravidanza troviamo:
Il portale WebMD aggiunge come l’idratazione in gravidanza sia fondamentale per regolare la temperatura corporea interna, contribuire allo sviluppo delle cellule, lubrificare le articolazioni, eliminare i prodotti di scarto accumulati nell’organismo e agire come un ammortizzatore per il midollo spinale e il cervello. Inoltre l’idratazione in gravidanza è indispensabile per produrre più sangue e favorire la circolazione sanguigna del feto.
Uno studio pubblicato sul The Journal of Perinatal Education indica come, considerando come la maggior parte dell’acqua da bere contenga fluoro, questa può aiutare lo sviluppo di ossa e denti nel feto durante la sua crescita.
L’acqua in gravidanza è utilissima anche per contrastare la stitichezza, uno dei disturbi comuni della gestazione, favorendo la motilità intestinale. Inoltre l’apporto adeguato di acqua e liquidi assicura che la donna abbia riserve sufficienti per sopportare la perdita di sangue che si verifica durante il parto.
L’indicazione di bere così tanto in gravidanza è legata anche alla perdita di liquidi che avviene costantemente mediante i normali processi corporei (movimenti intestinali, produzione di urina e sudorazione).
Va anche considerato come uno stato di malattia, l’esercizio fisico, il caldo di stagione e il trovarsi ad altitudini elevate aumenta la perdita di liquidi.
L’acqua è e resta la fonte di idratazione migliore da seguire sempre e in modo particolare in gravidanza. Tuttavia, i liquidi vengono assunti anche tramite i cibi solidi, in particolare tramite frutta e verdura nonché anche attraverso altre tipologie di bevande le quali però vanno di certo assunte con maggiore accortezza.
Tra le bevande che il Public Health Scotland consiglia di provare oltre all’acqua vi è ad esempio la spremuta senza zucchero, che potrebbe andare a sostituire uno spuntino. Sono fonte di acqua anche il tè e il caffè. Tuttavia, anche se è vero che il caffè può essere bevuto in gravidanza, anche in questo caso occorre moderazione.
Forniscono acqua anche succhi di frutta e i frullati la cui assunzione andrebbe però limitata cercando di non superare i 150 ml al giorno e
preferibilmente durante i pasti. Queste bevande infatti non sono solo fonte di acqua ma anche di zuccheri, pertanto un loro abuso, oltre ad aumentare l’apporto calorico, può rappresentare un fattore di rischio per lo sviluppo del diabete gestazionale.
Vanno invece assolutamente evitate le bevande alcoliche.
Per quel che riguarda l’acqua è indifferente scegliere tra quella del rubinetto e quella in bottiglia, essendo entrambe sicure per il consumo umano. È preferibile però bere acqua con un basso contenuto di sodio (per contrastare il gonfiore e la ritenzione idrica) e ricca di calcio e magnesio che risultano spesso carenti nell’organismo femminile perché assunti dal feto per il suo sviluppo.
I principali segni e sintomi della disidratazione sono:
L’attenzione alla disidratazione non va limitata alle forme gravi. Ci sono forme lievi che possono dare difficoltà nel ricordare le cose o sui cambiamenti nell’umore.
Se la disidratazione continua senza essere risolta, spiega il Manuale MSD, si va incontro a riduzione della pressione arteriosa, vertigini, tachicardia, ipotensione e svenimento.
Nelle forme gravi si possono verificare danni gravi agli organi interni, soprattutto reni, fegato e cervello. Le forme molto gravi possono risultare fatali, in quanto possono condurre al coma e alla morte.
C’è, anche se molto meno comune, un rischio di iperidratazione. Bere troppa acqua, infatti, può portare a problemi cardiaci, renali, epatici e a malattia della tiroide.
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